giovedì 30 dicembre 2010

Buona Fine e Buon Inizio

Innanzitutto per stare più tranquilli: quando i pupi sono stanchi, lagnano e frignano, vanno a letto. Per evitare di dover spostare baracca e burattini solo per poche ore. Per non restare fino all'ultimo indecisi con chi e dove.
Quest'anno, già da un po' avevamo deciso: passiamo il capodanno a casa nostra, cosa che credo di aver fatto l'ultima volta a 14 anni.
Saluteremo questo primo decennio del millennio insieme ad alcuni cari amici, con tanta voglia di condividere e stare insieme, sereni e lontani dall'ansia di divertirci ("siamo fuori dal tunnel del divertimento -oh-oh-oh"..), spostarci da un posto all'altro, ballare, stordirsi a tutti i costi.
Ognuno porterà qualcosa e passeremo le ultime ore del 2010 chiacchierando, cucinando, mangiando, ridendo, bevendo buon vino, raccontandoci storie e scambiandoci opinioni, guardando dall'alto del nostro 8° piano la città brillare di fuochi, mentre i miei bimbi dormiranno (si spera!) loro lettini.
Io in questo momento non potrei immaginare un modo migliore per entrare nel nuovo anno, per augurarsi di realizzare qualcuno dei sogni nel cassetto, e per avvicinarsi il più possibile alla mia idea di Felicità.

mercoledì 29 dicembre 2010

De pie!


Dopo giorni di saltelli sul sedere agitando le braccia, come un nidiaceo che si esercita a sbattere le ali prima di spiccare il volo, oggi il nenito si è messo sulle ginocchia, poi a 4 zampe e poi, lontano da qualsiasi appiglio, si è messo per la prima volta nella sua vita in piedi da solo. Non contento, ha mosso due passetti prima di sbilanciarsi e riprecipitare a terra sul sederotto impannolinato.

E' quindi un giorno da ricordare, e ancora di più vorrei fissare nella mente la sua espressione trionfante, il suo sguardo euforico e orgoglioso, quello di chi sa di aver sostenuto un'impresa grandiosa.

mercoledì 22 dicembre 2010

Mani in pasta

Non siamo una famiglia molto attaccata alle tradizioni e ai rituali, sicuramente più per pigrizia e indolenza che per scetticismo. Non siamo di quelli che riempiono casa di lucine, candele e addobbi, nè che fervono impegnati in preparativi e lavoretti.
Eppure qualche piccola usanza legata al Natale mi fa piacere averla.
Una tra queste è sicuramente la preparazione dei biscotti di natale, la cui ricetta in realtà si adegua di volta in volta al contenuto della mia credenza: quest'anno farina di segale, mista a quella di grano tenero (ops, era finita!), miele in aggiunta allo zucchero di canna (anch'esso, ehm, terminato), e quantità di zenzero aumentata a discapito della cannella perchè Zap ha verso questa deliziosa spezia una delle sue (varie) idiosincrasie.
Ma sono buonissimi comunque, quest'anno forse ancor di più perchè prodotti dalle manine del mio prezioso aiutante cuoco.

lunedì 20 dicembre 2010

Pacchi e pacchetti

Per fare i pacchetti di natale odio sprecare la carta. Mi fa tristezza e anche un po' rabbia, una volta scartati i regali, appallottolare chili di carta e buttare tutto via. Sin da bambina, se la carta mi piace, cerco di non strapparla per poterla poi riutilizzare.
In genere durante l'anno metto da parte fogli, figure, carte, nastri e fiocchi che mi capitano in casa, e poi ricompongo all'occorrenza confezioni più o meno creative.
Quest'anno sono proprio fiera del risultato: ho utilizzato i fogli del calendario dello scorso anno della Città del Sole, un pezzo immancabile nella nostra cucina perchè adoro le illustrazioni per ragazzi. L'anno scorso il calendario era creato da Anna Castagnoli, un'illustratrice meravigliosa.
Certo, quando si scartano i regali si vede che sono fogli di un calendario riutilizzati... ma non è ancora più bello?
Questo post partecipa al blogstorming di Genitori crescono.

sabato 18 dicembre 2010

Ansia

L'altro giorno in una rivista ho letto un'intervista a non ricordo chi, in cui il tipo sentenziava:

"Chi vive ogni giorno uguale all'altro è come se vivesse un solo giorno".

Non saprei esprimere meglio in così poche parole quella sensazione di soffocamento che in alcuni momenti mi angoscia e da cui a volte mi sembra così difficile sfuggire. Soprattutto dopo qualche giorno passato a casa con il nene febbricitante...

venerdì 17 dicembre 2010

Il primo colloquio

Ieri c'è stato il primo colloquio con le maestre del nene grande. Non nascondo che ero quasi emozionata mentre aspettavo il mio turno, quasi come se dovessi sostenere un piccolo esame. Che strana sensazione!
Io credo di impegnarmi nel seguirlo mentre fa i compiti, nello stimolare la sua creatività e la sua capacità di trovarsi di fronte a situazioni, ambienti, persone diverse, nel fornirgli strumenti per sviluppare uno spirito critico, un pensiero proprio, una determinazione a conseguire degli obiettivi. Ma non ho un metro di giudizio per valutare se questo impegno è ben speso, i risultati che vedo io ad altri potrebbero sembrare insufficienti, di fatto quando leggo blog di altre mamme che per e con i loro bambini fanno di tutto e di più, sono presa dal dubbio.
Per questo sentir dire da persone che si occupano di bambini, e che stanno con mio figlio per 8 ore al giorno, che è un bambino in gamba, che ha una vivacità dettata dall'intelligenza e dalla curiosità, che sa esprimersi e difendersi da eventuali prepotenze, che si vede che è stimolato e seguito, è stato come se fossi stata messa sotto osservazione e valutata anche io.
Ed è come se avessi passato il primo di infiniti esami.

lunedì 13 dicembre 2010

Spese alternative

Un po' è una scelta ideologica. Un po' è dovuto alla necessità di stringere la cinghia in questi chiari di luna. Ma molto è una questione di gusti. La nostra famiglia è di fatto sempre più aliena dai circuiti commerciali tradizionali.
Non frequentiamo centri commerciali (ne parlai anche qui).
Non rincorriamo gli ultimi ritrovati tecnologici, anzi, direi che siamo un tantino antiquati visto che non possediamo niente del tipo IPad, TV al plasma, abbonamenti Sky, Wi-ii, Playstation, I-phone, ecc. ecc. (e mi chiedo quanto questo ritardo rappresenterà in futuro un distacco generazionale tra me e i miei figli...).
La nostra spesa viene fatta quasi interamente in mercati contadini e biologici (e anche di questo ne ho parlato qui).
Per mangiare fuori i nostri posti preferiti sono, per così dire, un po' alternativi (tipo questo, o questo).
E' che così ci piace di più, ci divertiamo di più, non siamo attratti da certi oggetti e certi luoghi, e mi rendo conto di quanto questo si differenzi dallo stile di vita medio di molti di coloro che ci circondano quando ci ritroviamo invitati a festicciole di compleanno da McDonald, quando in attesa dal dottore vedo bambini imbambolati davanti alle DS, quando sento di gente che passa giornate nei centri commerciali. Ognuno ha i propri gusti e fa le proprie scelte; noi, semplicemente, siamo così.

venerdì 10 dicembre 2010

Una giunta indecente

Ecco un altro passo indietro motivato con l'ipocrita scusa della crisi, dei tagli, del minore spreco (spreco???). La mensa biologica era uno dei punti di eccellenza delle nostre scuole pubbliche.
Ma cosa importa a questo sindaco e a questa giunta dei nostri bambini? E tanto più delle scuole pubbliche?
Deve essere tutto a km 0? Perchè, il Parmigiano convenzionale che sostituisce quello bio viene fatto nel Lazio, invece che in Emilia?
Una scelta davvero discutibile, per non dire vergognosa, forse consigliata da uno dei tanti superconsulenti, spesa che nei bilanci del Comune chissà perchè non viene mai tagliata, anzi...

mercoledì 8 dicembre 2010

Le cose che gli piacciono

Un esercizio di questo bel libro che il nene grande ha avuto in regalo chiedeva di colorare solo le cose che gli piacciono. Da ciò che ha colorato si deduce che: schifa tutto ciò che si mangia, il letto per dormire e anche la televisione (evvai!), ha un'ammirazione per i pirati e il pallone e ama gli animali, serpenti e dinosauri compresi.
Ma una volta finito, ha purtroppo aggiunto un commento: "Io avrei colorato solo i soldi, ma poi mi pareva brutto..."

venerdì 3 dicembre 2010

Più libri più liberi

Inizia domani a Roma Più libri più liberi, la Fiera della piccola e media editoria, dove c'è anche una ricca sezione per ragazzi e varie iniziative in programma per i più piccoli, organizzate anche dai nostri amici di Mi leggi Ti leggo. Io e il nene grande, uno dei prossimi giorni, ci imbarcheremo per arrivare per quella che per noi è l'altra parte della città, e ci lasceremo attrarre, incuriosire e affascinare da infinite storie da sfogliare.

lunedì 29 novembre 2010

La protesta del calzino


Il nenito a tutt'oggi non cammina, non dice parole comprensibili nelle lingue da noi conosciute, non ha ancora possibilità di opporsi fisicamente alla mia necessità di legarlo talvolta per qualche minuto nel carrozzino per il tempo necessario a svolgere alcune operazioni in casa che non mi permettono di dedicare a lui la giusta attenzione.
Ma ciò non significa che questa costrizione venga accettata di buon grado.
Prima c'è il contorcimento fisico mirato a rendere difficili le operazioni di chiusura della cintura. Poi c'è la lagna, gli urli e il pianto per ribadire la propria contrarietà, qualora non me ne fossi accorta.
E alla fine, quando si rende conto che non c'è più molto da fare, all'apice della rabbia mette in scena quello che probabilmente a suo modo ritiene l'atto dimostrativo più clamoroso: si leva i calzini e li lancia più lontano possibile.
Anche i più grandi rivoluzionari da qualche parte avranno pur cominciato.

sabato 27 novembre 2010

Gianni il pupazzo

Un giorno di pioggia di circa 4 anni fa, non sapendo più che fare con il nene grande allora duenne, mi sono messa a fargli un pupazzo. Vedendo i siti web di altre mamme maghe dell'ago e filo mi sono detta: "E che ci vuole?" Un calzino vecchio, dei bottoni, un po' di fantasia... questo è il risultato.
Vi presento Gianni il pupazzo (così battezzato dal nene): il pupazzo più sbilenco e bruttino che si possa immaginare. Eppure, nonostante i miei numerosi e reiterati tentativi di eliminare questa testimonianza della mia incapacità manuale, il nene grande non ha mai voluto disfarsene, ancora oggi ogni tanto lo tira fuori dal cesto dei giochi e se lo spupazza, ricordandosi fiero di come Gianni sia una creatura "nostra", sua e mia, frutto di un pomeriggio di pioggia e di tanta buona volontà.

giovedì 25 novembre 2010

Giornata mondiale per l'eliminazione della violenza sulle donne

Aderiamo e sosteniamo le campagne promosse dall'Unione europea contro le mutilazioni genitali femminili (3.000.000 di donne ogni anno, 8000 al giorno!) e da Amnesty International "Mai più violenza sulle donne", compreso il diritto di essere assistite durante la gravidanza e il parto (350.000 donne muoiono ogni anno per mancanza di cure adeguate durante questa delicata fase della vita!).
Non c'è Paese al mondo in cui le donne non rischino violenze basate sulla discriminazione di genere.
Noi diciamo no.

mercoledì 24 novembre 2010

Amori particolari

Nella spesa di oggi abbiamo trovato una sorpresa: due carote innamorate!
Non sono bellissime?
Con il nene grande abbiamo anche celebrato il loro matrimonio!!!

lunedì 22 novembre 2010

2 strumenti in 1: i libri bilingue

Il nene grande ha iniziato a studiare inglese a scuola. Se un giorno riuscirà a padroneggiare questa lingua, insieme allo spagnolo che già comprende completamente e parlucchia, potrà comunicare senza problemi con più di mezzo mondo. Vale la pena impegnarsi.
Abbiamo iniziato a guardare qualche cartone in inglese (che per la verità capiamo ben poco), ascoltare canzoni (da Humpty Dumpty ai Beatles) e leggerci qualche librino. E se vincessimo questo Givaway di Bilingue per gioco, aggiungeremmo un prezioso mattoncino alla nostra piccola biblioteca.

venerdì 19 novembre 2010

In trasferta

Ieri sono andata per lavoro in una città dell'Emilia, una di quelle piene di biciclette, ordinate, con le stradine silenziose e la gente allegra, in cui ti domandi sempre perchè loro qui e tu nel traffico, nel rumore e nel casino. Ma la risposta tanto non c'è mai.
Sono stata per la prima volta nella vita del nenito una notte lontana da lui, e devo dire senza troppi drammi nè da parte mia, nè sua. Mi da anzi un senso di sollievo sapere di non essere ormai più indispensabile per qualcuno. A me piace anche stare un po' da sola. Passeggiare per una città che non conosco, non dover rispettare i tempi e le esigenze di altri, non dover rendere conto a nessuno. Sembrano comportamenti ovvi, e forse anche un po' misantropi, ma quando il resto della vita è tarato su 2 nani di 6 e 1 anno, sono piuttosto conquiste inebrianti da assoporare con piacere. Perchè sono momenti brevi e circoscritti.
E poi ho preso il treno. Mi piace prendere il treno. Ascoltare quello che dicono gli altri, i vari dialetti, e indovinare di dove sono. Guardare scorrere le finestre delle case con le luci accese e scorgervi particolari dell'arredamento: una libreria, una tv accesa, una cucina illuminata. Lasciar scendere le palpebre al dondolio del vagone, tanto ci sono ore vuote da passare. Fissarmi su un particolare: ad esempio studiare tutti i nasi. O tutte le pettinature. O le mani, come le muovono. Mi piace osservare e sentirmi parte di una varia umanità.
Sempre per momenti brevi e circoscritti.

lunedì 15 novembre 2010

Spazi riconquistati

Nel tran-tran settimanale lavoro-casa-bimbi sono magistralmente riuscita a ritagliarmi due spazi fissi che si svolgono entrambi in un centro sociale vicino casa nostra, dove hanno aperto una bellissima palestra popolare in un ex fienile ristrutturato.
Il lunedì pomeriggio accompagno il nene grande a scuola di circo, dove gli insegnano a fare la verticale, camminare sulla palla e giocolare con le palline, mentre io e le altre mamme ci prendiamo un tè e una fetta di torta, chiacchierando e scambiandoci idee, informazioni ed esperienze.
Un'ora che trascorre davvero piacevolmente. Forse perchè le mamme che hanno scelto di frequentare quel posto e di far giocolare i propri figli invece che mandarli a scuola calcio, hanno già qualcosa in comune con me.
Il martedì sera invece saluto Zap e nenitos e mi reco di nuovo nella palestra a fare yoga.
Un'ora e mezzo davvero tutta per me, per svuotare la testa e sentire il mio corpo e il mio respiro che si rilassano.
Due ore e mezzo a settimana per riprovare l'ebbrezza di non avere impegni, fretta, doveri, appuntamenti, legami, godendomi il privilegio di tornare ad essere il centro del mio mondo.

venerdì 12 novembre 2010

Perchè???


Ma ci rendiamo conto che l'Italia (noi) è condannata e sarà costretta a pagare anche per un motivo del genere?
E stiamo parlando di uccellini tipo questo (la peppola) che pesano tra i 21 e i 28 grammi.

giovedì 11 novembre 2010

Giro giro tondo cambia il mondo


Los nenitos, e soprattutto io, abbiamo ricevuto un regalo prezioso da una delle mie amiche del cuore: la dedica di una canzone meravigliosa e commovente, che in 4 minuti spazza via una cultura e una programmazione televisiva che ci mortificano e che impoveriscono il nostro futuro.
Un testo in cui c'è tutto il succo di questo blog e di ciò che nella vita per noi è importante.

...non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto
la magia della vita....

martedì 9 novembre 2010

Si scelgono i bambini o le mamme?

Il nene grande in prima elementare ha 23 nuovi compagni. Le prime festicciole e riunioni di classe sono occasioni di studio e valutazione. Chi è la mamma di chi? Chi è quel bimbo che il nene grande nomina spesso? Chi è la bimba che mi ha confessato che gli piace?
Io sono una pessima fisionomista: sono molto distratta e ho grandi difficoltà a memorizzare nomi e visi, riuscendo a presentarmi anche 3 volte di seguito alla stessa persona.
Però questa è una fase importante, che richiede concentrazione e impegno.
Gli amici hanno una influenza enorme nella vita di chiunque, alcune delle mie più care amiche sono mie ex compagne delle elementari, tra quei 23 bambini ci potrebbero essere persone che avranno un ruolo importante nella vita di mio figlio.
E qui mi chiedo: certo, è e sarà lui a scegliersi gli amici con cui si trova più a suo agio, con cui si diverte di più, che sente più affini a lui; ma i bambini sono anche il frutto dei propri genitori, e ce ne sono alcuni con cui non mi sembra di avere in comune nè valori, ne interessi, nè princìpi.
Forse è presto per dare giudizi, ma potrei comunque iniziare a favorire i legami che si formeranno, invitando a giocare i bambini con cui il nene grande si trova bene, figli di genitori con cui mi fa quantomeno piacere scambiare due chiacchiere.
E' giusto? E' sbagliato? E' naturale?
Io credo che anche questo sia un modo per indicare ai propri figli il percorso che riteniamo migliore per loro, fermo restando che sarà comunque loro diritto scegliere o meno di percorrerlo.
ps. nell'immagine un autoritratto del nene grande con le sue maestre.

mercoledì 3 novembre 2010

Care ragazze

Le cronache di questi ultimi giorni mi fanno davvero riflettere. A parte l'aver superato ancora una volta la soglia della vergogna, dell'indignazione e della nausea, a parte le preoccupazioni sempre maggiori derivanti dalla prospettiva di far crescere i miei figli in un Paese del genere, stasera sono davvero rattristata dalla consapevolezza di quante donne, ragazze, e direi quasi bambine (a 17 anni cosa si è?) siano così ignare delle proprie potenzialità, così disposte a rinunciare alla propria dignità in nome del soldo facile, raggirate dalla volgarità di un potere becero, plagiate da una sottocultura di sculettamenti e scollature, circuite da individui indecenti.
Perchè non si insegna nelle scuole che la libertà e i diritti delle donne sono frutto di lotte e di conquiste, che non sono acquisiti una volta per tutte, che ignorarli e non metterli in pratica è come tornare indietro di decenni, che bisogna contrastare chi tenta di ridurci a ruoli secondari, a bellezza da mercificare, a posizioni discriminate?
Basterebbe far leggere un libricino come questo di Vittoria Franco: una chicca, un bignami delle conquiste femminili, una lettera, un appello a tutte le donne a ribellarsi agli stereotipi e ai tanti ostacoli che ancora ci tengono lontane dalla vera parità.

A proposito: ma sulle vicende di questi giorni cosa penserà la nostra Ministra per le Pari Opportunità?

martedì 2 novembre 2010

Hermanos

No creìa que esta emociòn hubiese podido ser tan grande: verlos juntos, acariciàndose, mimàndose, abrazàndose es de verdad maravilloso.
Se llevan 5 años y 5 dias de diferencia, pero se adoran.
Su relaciòn afectarà lo que seràn, es un amor todo suyo que los acompanarà para siempre. De alguna manera, nunca estaran solos porque el uno se tendrà al otro.
Feliz cumpleaños, mis cachorritos!

domenica 31 ottobre 2010

365 giorni... e 365 notti!

Un anno fa ero così.
Questi 12 mesi sono passati ad una velocità impensabile, soprattutto se paragonati alla lentezza con cui sono passati quelli della gravidanza.
Un cucciolo raggomitolato nella mia pancia si è trasformato in un hombrecito che si alza in piedi, che girella per casa e che ti ritrovi tra i piedi quando meno te l'aspetti, che si gode i baci sul collo e le pernacchie nelle cosce con una risata fragorosa e contagiosa, che osserva tutto senza perdersi un particolare, che riesce sempre ad individuare e raggiungere l'angolo più nascosto, polveroso e pericoloso di casa, che segue estasiato qualsiasi gesto del fratello, soprattutto quelli più da buffone, che ama rotolarsi per terra con padre e fratello in una lotta primitiva che accomuna tutti gli esseri umani di sesso maschile, evidentemente fin dalla prima infanzia.

Ecco, adesso nenito mio, amore della mamma, è tempo di dedicare tutti i tuoi sforzi a compiere il tuo prossimo passo, a raggiungere un obiettivo fondamentale per la tua e la nostra vita: capire che è possibile farsi una notte di sonno continuato e che la mattina è bello anche svegliarsi un paio di ore più tardi (che so, alle 8?!?).
¡Vamos pequeñajo, que lo puedes hacer!

lunedì 25 ottobre 2010

Mi piace pensare che...


... a 37 anni si possa ancora capire cosa si vuole fare da grandi.
... si possa girare dietro ad un angolo, e dare una svolta.
... quel particolare a prima vista insignificante possa essere l'inizio di un cambiamento.
... si possa riscoprire la propria parte fantasiosa e creativa per tanto tempo rimasta silenziosa.
... ci si possa lasciare andare, come non si fa da tanto tempo.
... si possa imboccare un percorso nuovo.
... si possa scegliere meglio come e con chi passare il proprio tempo.
... si possa essere più contenti e soddifatti, e contagiare con questa sensazione anche gli altri.
... ci si possa ancora sorprendere, anche di sé stessi.
... possa sorgere un'alba non solo sulla prossima giornata, ma anche sul resto della propria vita.

venerdì 22 ottobre 2010

Ricette per gioco

L'altro giorno al mercato contadino vicino casa abbiamo comprato le squisite mele e la deliziosa ricotta di un contadino di Amatrice, ormai nostro amico. Tornati a casa, il pomeriggio piovoso ha fatto il resto: è scattata la preparazione della torta di mele con ricotta! Il nene grande ormai non è più uno sperimentatore pasticcione, ma un valido aiutante.
Una torta fatta con le proprie mani non è solo buona per essere mangiata, ma anche per imparare a "creare", a "produrre", ad essere orgogliosi di "saper fare".
Ed è per questo che una sorpresa così sarebbe davvero assai gradita!

giovedì 21 ottobre 2010

Salone dell'Editoria Sociale


Il 22-24 ottobre, presso la ex Gil in largo degli Ascianghi 5 (Trastevere - Roma), si terrà la 2° edizione del Salone dell'Editoria Sociale: stand, esposizioni e oltre 30 dibattiti e conferenze dedicati in particolare all'educazione, all'intervento sociale, alla scuola, ai giovani. Molto interessanti i temi in programma e gli ospiti che interverranno.
Un luogo per confrontarsi e informarsi, un'occasione che in questo Paese è sempre più rara, quanto necessaria...

domenica 17 ottobre 2010

Un anno fa, stesso ospedale

Un anno fa era quasi tutto pronto per l'arrivo del nenito. Dopo otto mesi nella mia pancia stava per venire a conoscerci. Un anno fa stavo facendo le ultime analisi di controllo.
E un anno fa, in quello stesso ospedale, forse a pochi passi da me, una madre, un padre e una sorella stavano per perdere il loro figlio e fratello.
Aspettano ancora di sapere perchè, e per colpa di chi.

Un genitore può fare tanti errori, un figlio può frequentare amici discutibili, fare scelte sbagliate, percorrere strade rischiose.
Ma uno Stato e le Istituzioni, siano esse un carcere, un ospedale, un tribunale, non possono e non devono smettere mai di tutelare i propri cittadini, tutti.

venerdì 15 ottobre 2010

La prima parola


Finalmente il nenito, al cospetto dell'oggetto della sua attenzione, dopo aver emesso gridolini di gioia, dopo averlo indicato con decisione col suo ditino, dopo aver tentato ripetutamente di abbracciarlo e morderlo (il suo modo un po' primordiale di esprimere affetto), ha pronunciato la prima parola che esprime nello stesso tempo un senso compiuto e una dichiarazione di amore.
Non è mamma. Nè papà.
E' BAU BAU.

mercoledì 13 ottobre 2010

Semi di cultura


Oggi volevo parlarvi di persone speciali, che regalano ai bambini sogni ad occhi aperti.
Che li prendono per mano e li accompagnano in mondi fantastici, in storie che fanno ridere, pensare, imparare, crescere.
Che piantano un seme che, se coltivato, produrrà adulti in grado di riflettere, di rendersi conto, di apprezzare le cose che valgono, di rifiutare la volgarità, l'ignoranza, la banalità.
Seminano l'amore per i libri.
Queste persone costruiscono ogni giorno un mondo migliore.

L'associazione Mi leggi Ti leggo organizza a Roma percorsi e laboratori di lettura per bambini nelle scuole, nelle librerie, nelle biblioteche, ma anche incontri di formazione per genitori, insegnanti, operatori.
Se vi capita, fatevi prendere per mano anche voi.

domenica 10 ottobre 2010

10/10/2010


Oggi partecipiamo alla giornata mondiale contro la pena di morte. E sosteniamo Amnesty International e l'impegno di tutti coloro, a partire dal premio Nobel Liu Xiaobo, che dedicano la vita al rispetto dei diritti umani e della libertà di pensiero, di religione, di coscienza, di espressione.

venerdì 1 ottobre 2010

Vivere con 3 maschi



Mattina, stranamente sola a casa, nella pace e nel silenzio mi guardo intorno e realizzo: in questa casa sarò sempre e comunque in minoranza...

Favole della buonanotte

Un libro bellissimo: ogni sera io e il nene grande impigiamati e sotto le prime copertine autunnali ci tuffiamo in una avventura nata dalla infinita fantasia di un genio. Personaggi fantastici, re, maghi, briganti e prìncipi ci accompagnano al sonno con allegria, ma non smettono di trasmettere messaggi: il buono alla fine è sempre il migliore, e nel contrasto tra ricchi e poveri, tra potenti e oppressori, sono questi ultimi che meritano di vincere.
Ancora di più in una società competitiva, prepotente e intollerante come la nostra, sono convinta che questo i bambini hanno bisogno di imparare, e noi adulti di insegnare a loro e a noi stessi.

giovedì 30 settembre 2010

BASTA!

Abbiamo appena finito di districarci con il nuovo sistema del Comune di Roma per la definizione della quota di retta da pagare per la mensa della scuola. Bisogna raccogliere i documenti necessari, recarsi ad un CAF per farsi redigere il modello ISEE, consegnare questo e un altro paio di documenti al Municipio. Totale di ore perse per tutto ciò: quasi 7. Quasi una giornata di lavoro.
Da questo anno il Comune ha introdotto fasce differenziate di pagamento in base al reddito.
Ora, io sono nella teoria totalmente d'accordo con il concetto di redditometro. Come per le tasse: chi ha di più, paga di più. Facile, semplice, giusto.
Il punto è che viviamo in un Paese dove i concetti di facilità, semplicità, e soprattutto giustizia hanno confini poco definiti. A parte la macchinosità dell'operazione (ma che ci vuole a fare autodichiarazioni on line?), che diviene tutt'altro che facile e semplice, è l'aspetto relativo alla giustizia quello che lascia più a desiderare.
Perchè la quota che dovremo pagare noi (un dipendente+una precaria-attualmente-non-occupata), sarà di certo più alta di quella che dovrà pagare un evasore.
La parola "evasore" richiama sempre alla mente i famosi nullatenenti possessori di ville, barche, suv e quant'altro di cui spesso si legge sulle cronache e che suscitano giuste reazioni di sdegno.
Ma è necessario ricordarsi che evasore può essere il nostro parrucchiere (che meglio di lui i capelli non ce li fa nessuno, e poi è tanto simpatico!!), il nostro ginecologo o dentista (come fai a chiedere fattura a un medico: e se poi mi cura male?), il gelataio sotto casa di cui ormai siamo amici (e che fai, ti attacchi a chiedere uno scontrino per 2 euro?).
La verità è che siamo vittime e spettatori di un sistema talmente incancrenito che ormai chi ruba lo fa anche perchè tanto lo fanno tutti gli altri e chi non ruba se potesse lo farebbe pure lui. Dove chiedere il rispetto delle regole diventa scortesia, pedanteria, scocciatura.
Ebbene, io sto diventando sempre più scortese, pedante, e scocciata: ma lo scontrino e fattura li chiedo sempre. Ciò che non pagano loro, lo pago io intermini di più tasse e soprattutto meno servizi. Essere derubata ovviamente non mi va, ma essere complice di tutto ciò, ancora meno.

martedì 28 settembre 2010

Creazioni di pezza


Questi sono pupazzi che crea e cuce una mia amica, una vera artista sia nel lavoro che negli hobby. Li inventa, li realizza, li cura con amore e li affida a chi vuole adottarli.
Chi vuole saperne di più, lasci un commento e faremo in modo di contattarci, oppure le scriva direttamente alla mail che trovate sulla barra qui a sinistra.

lunedì 27 settembre 2010

Bimbi al pc

Io penso che non ci sia alcuna fretta di mettere i bambini davanti ad un computer, ma è inevitabile che loro imparino a considerare questo oggetto come parte della nostra quotidianità perchè può capitare che ci vedano usarlo. E può capitare che ci chiedano di utilizzarlo.
Così come farò del mio meglio per regolamentarne l'uso quando saranno più grandi, e così come anche della televisione viene concesso un cartone al giorno e non di più, noi preferiamo le regole ai divieti, e tanto più all'uso indiscriminato.
Allora ho cercato dei siti che potessero aiutare i primi approcci del nene grande a questo potentissimo strumento. Inutile dire che ha immediatamente imparato ad aprire internet, ad usare il mouse, a chiudere il pc, come se l'avesse sempre fatto. Eh, sì, le nuove generazioni.
I siti più carini con cui ci siamo cimentati fino ad ora sono:
il sito della pimpa: è stato proprio il primo che abbiamo utilizzato, intorno ai 3-4 anni, anche perchè compravamo spesso anche il giornalino.
poisson rouge: è un sito davvero utile per far prendere al bambino dimestichezza con il pc ed il mouse. Da qualche tempo richiedono una donazione, ma si può utilizzare comunque.
yodibujo: un sito utile più che altro per unire l'uso del computer con l'esercizio dello spagnolo, anche se purtroppo a volte ci sono di mezzo fastidiose pubblicità.
nicoland.es: sito a cui purtroppo è necessario abbonarsi, ma ha interessanti giochi educativi per bambini da 6 a 10 anni, per familiarizzare oltre che con il pc, con la grammatica, la scienza, la matematica,la storia, l'inglese (oltre che lo spagnolo, ovviamente).

venerdì 24 settembre 2010

Playgroups a Roma!

Ecco una meravigliosa iniziativa di Bilinguepergioco: sono iniziate le iscrizioni ai playgroups in inglese organizzati in diverse zone di Roma per bimbi dai 0 ai 6 anni.
I bimbi giocano, insieme alle loro mamme (o papà, o nonni), ad altri bambini e ad una insegnante madrelingua...tutto in inglese!
C'è un incontro di presentazione il 2 ottobre alle 11 presso la palestra della parrocchia di S. Saba (P.zza Bernini 22).
Chissà che non si riesca prima o poi ad organizzare anche Grupos de juegos en castellano!

martedì 21 settembre 2010

Attenzione, concentrazione, ritmo e vitalità

E' iniziata la scuola. C'è stato il PRIMO GIORNO DI SCUOLA, la prima riunione con le insegnanti, i primi sbattimenti della sistema scolastico (portare: risme di carta, carta igienica, materiali vari per la classe...; fare code: al CAF, al Municipio...). E' iniziato il corso di nuoto del nene grande. E' iniziato il karate di Zap. Sono iniziate i controlli medici (il pediatra, il dentista). Il nenito ha iniziato ad essere semovente. Rotola, striscia, si gira, saltella da seduto: lo lascio in un punto del salone, e pur senza camminare nè gattonare, lo ritrovo in un altro, intento a mangiarsi un pezzo di plastica o a ridurre un libro in coriandoli.
E io, che in realtà sono per definizione "disoccupata"... mi viene in mente una sola parola per descrivere ciò che faccio: arranco dietro a tutto questo.
Continuamente accompagnata dalla spiacevole sensazione di perdermi pezzi per strada, scordarmi qualcuno dei milioni di particolari, di poter fare meglio ma di non esserne capace, di non avere tempo. E senza neanche l'alibi "Sai, io lavoro tutto il giorno...".
E se non riesco a star dietro neanche alla quotidianità, figuriamoci a pensare a progetti più grandi, a volare "più alto" come vorrei, a costruire qualcosa di diverso come ne avrei bisogno.
No. Devo. Organizzarmi.
E ritagliarmi momenti. E concentrarmi, senza perdermi in mille sciocchezze.
(Come si fa?)

lunedì 13 settembre 2010

Il Viaggio



A Berlino, dove eravamo già stati da "turisti", questa volta abbiamo fatto i "berlinesi", ovvero vita di quartiere (Friedrichshain): locali, supermercati bio, a casa dello tio J., giri nei parchi, mercatino nella Boxhagener Platz del sabato mattina, brunch della domenica nei cafè. Berlino è così, non c'è necessariamente bisogno di andare in "centro" per vivere la città, per vedere negozi carini e locali di ogni genere. E questa volta, andandoci con i bambini, mi sono resa conto di quanto sia una città che ama i bambini. In ogni angolo ci sono giochi, tutti in legno, tutti diversi, tutti bellissimi, dove arrampicarsi, nascondersi, giocare con la sabbia, stimolare la fantasia, la coordinazione del movimento, la consapevolezza del corpo.
Abbiamo frequentato diversi Familien cafè, un'idea semplice quanto geniale, così geniale che, almeno a Roma non conosco niente di simile: le mamme e i papà di prendono un caffè, una birra, un dolcetto, e i bambini hanno a disposizione una sala con parquet, giochi, lego, libri e quant'altro possa intrattenerli, cuscini per allattare, tappeti morbidi per stendere i più piccoli. Ognuno si gode il suo tempo, senza bambini costretti a stare fermi seduti ad un tavolo o genitori in giro a passeggiare bambini urlanti. Tranquilli, rilassati, sereni, civili.

E all'esperienza di conoscere un'altra città e un'altra cultura si è aggiunta la rara gioia di vedere unita una famiglia che raggruppa persone normali e straordinarie, colte, creative, momenti personali difficili e percorsi particolari. Un incontro in cui si sono mescolate storie, lingue (in alcune occasioni si parlava nello stesso momento spagnolo, italiano, tedesco e inglese), racconti, risate, abbracci e anche qualche lacrima.
Sono stati solo 5 giorni, ma pieni di momenti indimenticabili per la storia della famiglia e di ognuno di noi.

martedì 7 settembre 2010

C'era una volta...

... la Guerra Civile spagnola.
Poi ci fu Franco, la dittatura, tanti repubblicani scapparono dalla Spagna, in particolare in Sud America, e si ricostruirono una vita.
Alcuni andarono in Cile.
Si sposarono, ebbero dei figli.
Anche in Cile ci fu un periodo denso di sogni da realizzare, illusioni, speranze concentrate in un grande uomo: Salvador Allende.
Poi, all'improvviso, il buio.
Il Golpe, Pinochet.
E tanti di quelli che avevano osato volare furono abbattuti, o costretti a scappare.
Tra questi fuggirono 3 fratelli, sparsi in Europa come chicchi di grano, uno a Barcellona, una a Roma, uno a Berlino.
Quest'ultimo è lo tio J. e compirà sabato prossimo 70 anni.
I suoi fratelli, i loro figli, cognati e nipoti convergeranno su Berlino per una grande e straordinaria festa.
Io, Zap, e los nenes con i soliti 3 zainetti stipati, siamo di nuovo pronti a partire per partecipare all'evento e far conoscere al tio J. i nipotini che non ha ancora conosciuto.
L'ultima generazione di una famiglia che la storia e lo spazio hanno separato, ma che è comunque più unita e affezionata di tante famiglie "normali".

venerdì 3 settembre 2010

Una persona speciale


Santiago del Cile, un giorno di ottobre del 2003.
Zap aveva un invito a passare una serata con questo amico del padre, noi non eravamo così entusiasti a rinunciare ai nostri programmi per una serata con un sessantenne o giù di lì.
Andiamo comunque a casa sua, saliamo, ci apre la porta con il suo sorriso sulla bocca e negli occhi, con i suoi capelli bianchi raccolti in una coda e ci invita a lasciare una frase scritta in bagno, così come altri innumerevoli ospiti prima di noi. La casa che lui divideva con C., la metà dei suoi anni, un amore enorme e incredibile, contro qualsiasi pregiudizio.
Inizia così una delle serate più magiche e divertenti della nostra vita, fatta di risate, pizza (cilena!), battute, confidenze, scherzi, leggerezza, pisco-cola (il pisco è una acquavite cilena), pisco, pisco e ancora pisco. Senza ricordarci come ci siamo arrivati, ci siamo ritrovati a la Piojera, una de las picadas màs famosas de Santiago, dove abbiamo completato la nostra inciuccata con litri di chicha.
Una notte così, in cui si è creata un'alchimia perfetta e irripetibile, che resta incastonata come una pietra preziosa nella memoria e nell'anima. Perchè anche se il tempo (e l'alcol) fanno sfumare i ricordi precisi, è nitida l'emozione che rimane indelebile, in ognuno di noi.
L'anima della serata, una delle persone più particolari, ironiche, speciali che abbia mai conosciuto, eri tu. Pensando a te, dico a me stessa che la vita è un soffio, che dovremmo davvero viverla come vogliamo, convinti che nessun desiderio ci è dato senza il potere di realizzarlo.
Ciao, Hans.

Al parchetto

Adesso che le temperature e la densità di zanzare sono calate, si torna a passare i pomeriggi al parchetto. Sulla fauna del parchetto si potrebbero impostare interessanti studi socio-antropologici. In particolar modo sulle mamme. Certo, ce ne sono tante simpatiche, semplici, equilibrate, interessanti, con cui è davvero piacevole scambiare due chiacchiere.
Ma ce ne sono anche altre.
Quelle che vengono al parchetto con tacco 12 e minigonna.
Quelle che riprendono il loro pargolo sullo scivolo con il telefonino.
Quelle che hanno ricreato al parchetto la comitiva del muretto delle medie.
Quelle che fanno la fila alle altelene con il pupo in braccio, e passano avanti.
Quelle che non fanno altro che strillare il nome del proprio bimbo e comandarlo come un cagnolino.
Quelle che chiacchierano chiacchierano chiacchierano, e nel frattempo il figlio può pestare di botte un altro, allontanarsi di un km, o schiantarsi dall'altalena senza che se ne accorgano.
Quelle che accompagnano il figlio di 4 anni a fare il mercatino dei giocattoli e gli suggeriscono i prezzi (un Topolino vecchio a 1.5€ ???).
Quelle che "Mio figlio ha fatto, mio figlio ha detto, mio figlio mio figlio mio figlio..." (ma 'sto figlio non ce l'ha un nome?).
In un pomeriggio al parchetto mi sono ritrovata più volte ad augurarmi che la prossima generazione riesca ad essere migliore della mia, nonostante alcune mamme.

mercoledì 1 settembre 2010

A che punto siamo

Il caldo ha allentato la sua tenaglia, i nonni spagnoli sono ripartiti, agosto se ne è andato e noi ci ritroviamo con i soliti buoni propositi settembrini (farò, comincerò, andrò, mi impegnerò), con molte parole in più pronunciate in castellano, e con uno stipendio in meno (indovinate quale?).
Ci sono piccole prospettive in lontananza, ma è bene non parlarne.
Nel frattempo denti sono spuntati (3-1 per il nenito) e caduti (2-0 per il nene grande, un gran lavoro per el ratoncito Perez!!).
Il nene grande è alle soglie del primo vero appuntamento da grande: il-primo-giorno-di scuola.
Per ora deve aver subodorato la "sòla" (in romano: fregatura), e ostenta una fredda indifferenza nei confronti di tutti coloro che glielo ricordano.
Il nenito ancora non è riuscito a darsi la spinta definitiva per iniziare a gattonare, ma striscia, rotola, fa capovolte ed è un muscolo in perenne movimento. E' dotato del notevole appetito, trasmessogli dai geni paterni, dell'insofferenza verso il sonno e la noia che caratterizza la madre, e si dedica con passione a lunghe prediche rivolte ad un pubblico immaginario a base di da-da-da, na-na-na, pa-pa-pa...
Ma come si fa a dire: "mi ricordo la sua prima parola?". Se gli si dice papà, lui ripete pa-pa. Ma magari guardando uno scarafaggio o un filo d'erba, e non suo padre. Non vale ancora come prima parola vero? Zap sta barando!

giovedì 26 agosto 2010

Siesta...

Ssshhhhh!!!!!!!!! Es un momento extremadamente raro ....

martedì 24 agosto 2010

Volver


I toscani sono tremendi. Riescono a creare fazioni anche se sono in due. Figuriamoci tra parentame vario, in un mucchietto di case attaccate, in un paesino minuscolo, dove l'età media è 70 anni e il massimo che c'è da fare è tagliare l'erba e guardare scorrere l'acqua del ruscello...
In queste due settimane ho assistito a spettegolezzi, ripicchine, dispettucci e scaramucce per i motivi più assurdi: dal posto per la macchina all'acqua usata per l'orto, dal fumo della griglia a quella volta in cui nell'83 la cognata raccolse i fagiolini nell'orto dell'altra...
Il posto è bello e riposante, ma un po' meno a cavallo di ferragosto quando sono tutti lì e con niente di meglio da fare...

L'unica è muoversi: e quest'anno è andata molto meglio di quello passato in cui, causa pancione con contrazioni, giacevo per la maggior parte del tempo spiaggiata e stranita tra divano e giardino. Abbiamo fatto giretti vari con la zia L. e la zia F.: paesini, eremi, trattorie da leccarsi i baffi, faggete spettacolari, boschi in cerca di more e funghi (per lo più velenosi), con tanto di nano nello zaino in spalla (del papà, ovviamente).

Ora siamo rientrati nella sauna romana, con los abuelitos venuti a dar man forte da Barcellona con tutta la loro pazienza, dolcezza e disponibilità. Se solo non ci fosse este calor acojonante...

venerdì 6 agosto 2010

Giochi

I giochi schifati dal nenito:

I giochi preferiti dal nenito, con uno spiccata predisposizione da metalmeccanico:

E non plus ultra, come è giusto che sia: sabbia, erba, conchiglie, acqua, terra, sassi, foglie....

A proposito di foglie: l'altro giorno ho notato (ehm, sì, non proprio immediatamente...) che ciancicava beato qualcosa: aveva in bocca chissà da quanto una pallina di foglie.
Chissà che nella vita precedente non fosse un boliviano assiduo masticatore di coca!

martedì 3 agosto 2010

Un filo di perle

Forse sarà perchè con l'avanzare dell'età ciò che rimane alle spalle è sempre più sostanzioso, ma da un po' di tempo a questa parte mi accade qualcosa che prima non avevo sperimentato.
In momenti (rari) di relax, o poco prima di addormentarmi, a volte faccio un "gioco": penso ad un particolare momento della mia vita passata da un bel po', almeno diciamo una decina di anni, ed inizio a snoccialare come un filo di perle i ricordi, le sensazioni, le immagini, le emozioni legate a quel momento. E' strano quante cose vengano fuori, cose a cui non penso da decenni e che ritenevo sepolte per sempre, a volte non mi sembra di averle vissute veramente, ma di rivedere piuttosto un film. In alcuni casi spuntano sensazioni vivissime, colori, profumi, stati d'animo.
Lo so, sembro mia nonna che attacca con i ricordi e tira fuori l'albero genealogico del suo paese, e forse un po' è così. E' un momento, un "gioco" appunto, tutto mio. Ma è anche un esercizio. Una prova, il tentativo di non perdere pezzi di memoria, di dare senso al percorso, di ricordarmi come e chi ero, quello che sognavo, che pensavo, come sono arrivata fin qui, cosa ho in più e cosa mi sono persa per strada.
Ieri per esempio, poco prima di abbandonarmi al sonno, il ricordo pescato è stato il terrazzo della casa dei miei nonni materni, ormai non più nostra da cui si vedeva tutta la costa dell'alto Lazio fino all'Argentario. Quante ore ho passato lì d'estate. E da lì sono venuti fuori il ricordo delle mattine che con mio nonno accudivo i canarini, il sapore squisito delle frittelle di riso di mia nonna, la noia mortale dei primi pomeriggi in cui tutti riposavano tranne me, le puntate di Saranno Famosi viste mille volte, le infinite domande sempre uguali della bisnonna persa nel vuoto della sua mente rapita dall'arterosclerosi, la gioia dei ferragosto fatti di cannelloni, torta di compleanno di zia e fuochi di artificio al mare....

venerdì 23 luglio 2010

Tutto cambia, niente cambia

Pronti a ripartire. Questa volta per la montagna, la mia montagna. Un paesino perso nell'appennino toscano, poche anime d'inverno, un bar, aria fresca, boschi e ruscelli d'estate.
Ma è il mio posto dell'anima. Perchè se è vero che sono nata e cresciuta in città, le mie radici affondano tra castagni e faggi, il mio carattere ha in certi momenti la cocciutaggine e la rusticità dei montanari, quelle stradine e quelle case hanno visto i passi e le vite di gente di cui porto fieramente i geni.
E' lì che ho trascorso tutte le estati dell'infanzia con i nonni. Dove mi è cresciuto dentro l'amore per la natura, la terra, gli animali. Dove ho vissuto tante prime volte: le primi batticuori, i primi approcci con l'altro sesso, le prime serate fuori con gli amici (ma a mezzanotte a casa, come Cenerentola!). E' lì che per tutto agosto lasceremo il nene grande, con i suoi nonni a raccogliere more e a cercare girini, e il cerchio si chiude.

Quest'anno però, ci sono però due novità: il nenito farà la sua conoscenza con il paese e il parentame vario, e per la prima volta, salendo le scale non troverò lui seduto al tavolo in cortile, intento a leggere il giornale o a sbucciarsi una mela, vestito impeccabile anche in montagna, anche a casa sua.
Sarà strano e triste il tuo paese senza di te, nonno.
Il numero di persone in casa sarà lo stesso, ma una generazione si è data il cambio, passandosi il testimone, e in qualche modo forse anche questo è chiudere un cerchio.

giovedì 22 luglio 2010

Io son di un'altra razza

Stanza XXX del ministero YYY, ore 11.30.
Collega 1. E' al telefono: sta prenotando il prossimo incontro con la sua psicoterapeuta, incastrandolo tra appuntamenti presi nelle precedenti telefonate: quello per portare il figlio dal logopedista prima e quello con le amiche per l'aperitivo dopo. In totale è già alla sua faticosa 2a ora di telefonate.
Collega 2. Si è accomodata davanti alla Collega 3. e discutono già da un'oretta del mare del salento e di quello della maremma.
Collega 4. Sta facendo il giro delle stanze per chiedere chi scende a prendersi il caffè alla macchinetta.
Loro sono a tempo indeterminato e stanno qui 9.00-16.45, anche se in tutto il giorno scrivono a malapena qualche scartoffia.
Io, essendo CoCoPro, ho orari flessibili, unico risvolto positivo della mia situazione: sto in ufficio per lavorare (spesso tra l'altro svolgendo compiti che i sopra descritti non portano a termine...), quando finisco me ne vado, quindi prima finisco meglio è, visto che la mia vera vita è fuori di qui.
Risultato: ai loro occhi e coscienze foderati di prosciutto loro appaiono come lavoratori indefessi e vessati dal nano-ministro; io sono la scansafatiche privilegiata, una di quelli che alimenta gli sprechi della PA, e che se la tira pure un pò perchè quando sta in ufficio non partecipa a questi esileranti momenti conviviali.

Come si fa a non diventare schizofrenici, depressi, o come diceva quel genio di De Andrè, bombaroli?

martedì 20 luglio 2010

Cronaca di una notte di piena estate

La sera è l'unico momento in cui si respira e la città è piena di cose da fare: si esce.
Rientro verso mezzanotte e inizia l'incubo: la camera è a 40°C, non tira un filo d'aria, lo strato di sudore ti avvolge come un cellophane, fa caldo tutto: il cuscino sulla guancia, i capelli in testa, le mutande addosso.
Inizia uno stato di torpore interrotto infinite volte.
Ore 1.25: il nenito vuole ciucciare.
Ore 2.20: sete, sete, sete.
Ore 3.42: il nene grande deve fare pipì.
Ore 4.27: il nenito vuole riciucciare (e tu giuri che da domani BASTA TETTA).
Ore 4.55: sete, sete, sete.
Ore 5.46: inizia una leggera brezza e ti preoccupi che i pupi sono in piena corrente: ti alzi ad abbassare un po' le tapparelle.
Ore 6.30: il nenito è operativo, perchè sprecare le prime luci del giorno a dormire?
Ore 6.45: Zap impietosito si alza e porta il nenito incarognito nell'altra stanza.
Ore 7.15: Sono svegliata di soprassalto: "Ele, aiuto, il nenito, guarda: gli sta cascando l'occhio!!!"

EHHH???!!!! Che dice? Spiccicando i miei di occhi, come se dovessi aprire delle saracinesce di piombo, guardo il nenito, poi fulmino lui:

"Zap, ma è una caccola! un peletto!!!! Prima di svegliarmi durante la mia unica ora di sonno hai provato a pulirgli l'occhio????"

Sarà il caldo, il sonno, o Zap si sta avviano pericolosamente verso il rincoglionimento senile???

giovedì 15 luglio 2010

W la pappa!


Il pupo è ormai svezzato. Il mio latte è ormai solo colazione, talvolta merenda, spesso e volentieri spuntino notturno. Il ragazzo promette bene: addenta qualsiasi cosa, manda giù pezzi di frutta interi e rigatoni sminuzzati e rosicchia estasiato fette biscottate, carote e cetrioli. Questo però non basta a non renderci di nuovo dipendenti dal frullino, che ci accompagna in qualsiasi spostamento di più di 2 giorni, e significa soprattutto che lo svezzamento è ricominciato anche per me: il nenito lascia un po' di pappa passato di verdure biologiche che ci hai messo un'ora a fare+omogenizzato di vitello+parmigiano+olio extravergine di oliva bio...che fai lo butti?
Fa merenda con frullato di albicocca+yogurt+farina multicereali e non la finisce...che fai lo sprechi?
Persino Zap, che in genere è detto la "fogna di casa" per la sua propensione ad ingurgitare qualsiasi cosa (una volta persino lo stecchino di legno di un involtino!), si rifiuta.
Io invece le pappine le mangio tutte. E tutto sommato confesso: mi piacciono pure!!!

mercoledì 7 luglio 2010

martedì 6 luglio 2010

Il mio matrimonio ideale

Sabato sera ho partecipato alla festa di matrimonio di una delle mie più care amiche.
Il mio matrimonio ideale (se mai un giorno dovessimo cascarci...): nel comune di un borghetto vicino Roma, invitati a sorpresa solo i parenti più stretti (pensavano di andare a pranzo fuori porta!), festone a casa con gli amici a cose fatte.
Niente clichè, orpelli, apparenza, sprechi assurdi. Solo semplicità e sincera voglia di condividere con gli altri questo bel momento della vita.
Ciccia, volevo dirti che sono tanto contenta di essere tua amica, di aver condiviso con te studi, serate, vacanze, chiacchiere e risate, che mi dispiace non esserti potuta stare più vicino nei tuoi momenti più tristi, che le nostre seratine tra donne per me sono sempre una boccata di aria fresca, che i confetti erano buonissimi e che siete una delle coppie più fighe che conosco!
Grazie per la bella serata, e soprattutto per avermi permesso di farvi il più bel regalo di matrimonio che abbia mai fatto, partecipando ad un vero, meraviglioso progetto di vita: adottare un bimbo!
Vi stringo forte forte forte e vi auguro con tutto il cuore che tutti i vostri sogni più belli possano avverarsi!

venerdì 18 giugno 2010

Una boccata d'ossigeno

In questi ultimi giorni sono stata impegnata, stressata, stanca, preoccupata e in queste condizioni i pensieri, le emozioni e le parole si bloccano dentro, sono lì, ma non riescono ad uscire.
Adesso è arrivato finalmente uno dei momenti più belli dell'anno: la vigilia della partenza per un posto che da 3 anni a questa parte è entrato nei nostri cuori.

Un'avventura che condividiamo con i nostri migliori amici

Dove si mangiano cose squisite

dove ci sono persone meravigliose

Un posto così, il nostro piccolo paradiso in terra
La Sardegna, ovviamente.