venerdì 11 novembre 2011

Il mio piccolo "cuor contento"

Volevo dirti che mi fai una tenerezza infinita quando per qualche motivo ti fai male, o cadi, o dai una botta e si vede che vorresti piangere, ma invece ti appoggi da una parte e a bassa voce ti consoli da solo: "Ora mi passa...ora mi passa".
Da chi lo hai imparato? Non di certo da me.
E io ti ammiro per questo.
Sei un ometto forte e coraggioso, ti auguro di affrontare tutte le avversità della vita con questo spirito, con questa autonomia, con la solidità che hai dimostrato di avere da quando sei nato. Perchè tu hai portato equilibrio, hai fatto quadrare il cerchio, hai le spalle larghe, hai il sorriso negli occhi, hai lo sguardo di chi ha capito tutto.

lunedì 7 novembre 2011

¡Cumpleaños feliz!

Con ieri si è chiusa la settimana dei compleanni de los nenes, un appuntamento sempre occasione di divertimento e voglia di stare insieme.
Il nene grande ha avuto così tanti festeggiamenti, al cui confronto la regina di Inghilterra impallidirebbe.
E' stato portato da noi al museo dei bambini con un paio di amichetti, dalla zialaura allo spettacolo di Brachetti e al Castello di Lunghezza (dove c'era una Crudelia Demon molto familiare), ha festeggiato Halloween con gli amici restando per la prima volta a cena fuori con loro, e infine ieri festicciola con amici del cuore e famiglia allargata italo-ispano-cilena, dai 6 mesi del piccolo "Remo" ai 91 di mia nonna. Quest'anno addirittura con la tia Isa venuta dal Cile!
Il nenito non ha avuto le esperienze del fratello, ma per adesso è stato più che soddisfatto: ha spento le sue 2 candeline e si è cantato da solo Cumpleaños feliz!

sabato 5 novembre 2011

Terra!



In una mia vita precedente sono sicuramente stata una contadina.
Con le mani nella terra, la schiena piegata e la faccia cotta dal sole.
Amo la terra.
E' un legame, un'appartenenza, una soddisfazione che passa attraverso la fatica per arrivare ad un prodotto che cresce, che da frutti, che è vivo.
Finalmente, pur rimanendo cittadina di una capitale incasinata da milioni di abitanti, oggi posso dire di aver realizzato un mio piccolo grande sogno.
Abbiamo un orto.
Un francobollo di terra in un parco della periferia romana che posso zappare, rastrellare seminare, innaffiare.
Tutto nostro. Vabbè, è più corretto dire: in affido.
Ma io sono partita in quarta: comprato piantine, zappettato, tolto le gramigne, messo a dimora broccoletti, insalate, bieta e cipolle. E questo è il risultato.
L'esperienza degli orti sociali va al di là dei tanti discorsi oggi in voga sulla sostenibilità ed il recupero urbano. E' la possibilità anche per chi vive da sempre nel cemento di ritornare a qualcosa rimasto nel DNA da chissà quale era: una fatica sana, la voglia di condividere con altri, di scambiare esperienze, di seguire le stagioni, di ritrovare una parte di noi stessi, di seguire un ritmo lento, ma fecondo.
Faticare, seminare, aspettare, raccogliere: una filosofia di vita.

martedì 1 novembre 2011

Siete años

Tu che mi sei cresciuto sotto il naso e non sei più un bambino, ma, direi a tutti gli effetti, un ragazzino.
Tu che sei passato con nonchalance dal piccolo-circo al minibasket, scegliendo per la prima volta in base alle tue passioni e non alle mie proposte.
Tu che torni a casa e ti chiudi nella in camera per sprofondare nella lettura, ricordandomi sempre più una me stessa adolescente.
Tu che vai d'accordo con tutti e attacchi bottone con chiunque.
Tu che hai una memoria da elefante e ti ricordi perfettamente episodi irrilevanti di "quando eri piccolo".
Tu che sei il fratello "grande", ma che a volte hai bisogno di più attenzioni e affetto del piccolo.
Tu che hai i tuoi momenti, che ti girano per un nonnulla e le fai girare a chi ti sta intorno...chissà da chi avrai preso...
Tu che inventi favole bellissime a tuo fratello, che lo proteggi, lo difendi e lo coccoli, finchè non decidi che proprio non lo vuoi più tra i piedi.
Tu che sei adorato da tutte le mamme dei tuoi amichetti.
Tu che non dai mai retta, e in fondo anche questo è il tuo lavoro.
Tu che fai delle foto strepitose, senza sapere neanche cosa è la fotografia.
Tu, piccolo sdentato con tanto di apparecchio.
Tu che spesso prima fai, e poi ci pensi.
Tu che sette anni fa hai fatto nascere una mamma, un papà e una piccola famiglia.
Tu che se ti avessi dovuto sognare, ti avrei voluto proprio come sei, un tipo davvero speciale.
Auguri, mio adorato nene GRANDE!!!

lunedì 31 ottobre 2011

¿Qué haría la democracia?

Aderiamo con grande piacere a questa iniziativa di Sybille.
Primo perchè l'idea è divertente e ... fa riflettere.
Secondo perchè il poster è stupendo e abbellisce molto il nostro bagno.
Terzo perchè ci arriva direttamente da Sybille, una tipa tosta che ci piace molto!
E anche il nenito è d'accordo!

domenica 23 ottobre 2011

Noi e Dahl

Ormai la lettura serale è diventata una piacevole abitudine, un rito speciale che unisce me, il nene grande, e sì, anche il nenito.
Li laviamo, denti, mani, faccia, culetto, li impigiamiamo, altre piccole cure parentali e poi via, a letto.
Io e il nene grande sul letto del nene, il nenito nel lettino accanto a noi.
Luce sul comodino, libro in mano, e si inizia la lettura.
All'inizio il nenito piagnucolava, richiedeva attenzione, non ci facilitava nè la lettura, nè l'ascolto. In molte occasioni stavo per rinunciare a leggere con lui presente, ma per fortuna non ho mollato. Perchè adesso, ad un mese e mezzo dall'inizio dell'esperimento, appena messo nel lettino si sdraia e sta pronto (quasi) in silenzio in attesa della lettura. Ovviamente non capisce le storie, ma ascolta, ogni tanto ripete a pappagallo le parole, e le tira inaspettatamente fuori in altri momenti della giornata. A suo modo, segue.
Leggiamo un quarto d'ora, venti minuti a sera, poi si spenge la luce, bacetto e me ne vado. Dalla sala sentiamo il nene grande che racconta una favola inventata al nenito, poi il silenzio, e un leggero ronfare. Non pensavo che una lettura breve, anche se quotidiana, si sarebbe trasformata così rapidamente in un appuntamento così atteso e goduto da tutti.
Un trucco però c'è stato che ha conquistato il nene grande: abbiamo iniziato con Roald Dahl.
Un autore che in ogni libro sa come appassionare i bambini con storie fantastiche, trovate geniali, avventure rocambolesche, particolari all'apparenza disgustosi, o spaventosi, ma che finiscono sempre per avere risvolti comici e divertenti.
I personaggi dei libri che finora abbiamo letto dimostrano che l'intelligenza, il coraggio e la volontà possono sconfiggere i mostri, le streghe e i giganti più cattivi.
Abbiamo letto "Le streghe", "Gli sporcelli", "Boy" (che non è altro l'autobiografia di Dahl) e con nostro gran dispiacere abbiamo appena finito il "GGG".
Geniale, Geniale, Geniale.

martedì 18 ottobre 2011

Sveglia ragazzi!

Mentre stavamo praticamente scappando dalla manifestazione, in macchina siamo rimasti per qualche minuto bloccati prima di poter attraversare il flusso di un gruppo di manifestanti che aveva deviato su una strada diversa dall'itinerario originale.
Non so se poterli esattamente definire blackbloc, ma erano praticamente tutti vestiti di nero, con caschi in testa, bastoni e spranghe in mano, maschere e sciarpe in faccia. L'abbigliamento che appunto mi chiedevo nel post precedente, come possa passare inosservato davanti alla polizia. Guardandoli da dentro la macchina pur vedendoli conciati così, così numerosi, la mia reazione non è stata di timore, malgrado avessimo i bimbi con noi. Anzi, continuavo a rassicurare il nene grande spaventato raccontandogli che era gente mascherata che andava a festeggiare.
In realtà ero incazzata nera.
Sarei uscita fuori e avrei iniziato a urlare.
Principalmente per un motivo, che è stato confermato dai vari video e foto che sono circolate nei giorni successivi: molti di loro erano pischelli.
Li avrei presi per la collottola, appiccicati al muro e avrei gridato loro: che li capivo, che è ovvia, giusta, sacrosanta la loro rabbia, che li hanno fatti diventare così, che è proprio questo che chi ci governa si aspetta da loro.
La rabbia ha senso solo se la si riesce a trasformare in nuove idee, in arte, in parole, in azioni concrete, in voglia di confrontarsi, di creare insieme, di fare vera politica.
Cosa rimane dopo aver distrutto la vetrina di una banca, bruciato auto di persone come loro, divelto sanpietrini? Di cosa si è fieri? Gli unici risultati sono a breve termine l'aver impedito a tutti gli altri di manifestare, a medio termine le polemiche e le strumentalizzazioni, a lungo termine i danni da pagare, ovviamente a carico di tutti noi.
Ragazzi, come fate a non capire?
In un mondo così sfasciato, fare la rivoluzione non è distruggere, è costruire.

sabato 15 ottobre 2011

Indignati e schifati

Oggi ovviamente c'eravamo. Tutti e quattro, nenito in carrozzino e voglia di partecipare, testimoniare, manifestare e vedere tanti come noi. E come noi ce n'erano davvero tantissimi, centinaia di migliaia.
Purtroppo, come è ormai noto a tutti, la nostra indignazione è stata insabbiata sotto l'idiozia di un mucchio di fascisti che in questa città sono liberi di uscire di casa e circolare muniti di caschi, spranghe, bastoni, maschere antigas senza che nessuna forza dell' "ordine" se ne accorga e li fermi prima di utilizzarli. Un manipolo di imbecilli facilmente manovrabili e strumentalizzabili si è impossessato delle nostre strade, della nostra piazza, del nostro tempo e del nostro diritto di esprimerci.
Siamo dovuti tornare a casa, ma queste scene che ricordano in modo inquietante la disorganizzazione strategica del 2001 genovese, non fermano di certo i pensieri la capacità di organizzarsi, di confrontarsi, di costruire e la voglia di cambiare di quelli che oggi erano lì a manifestare. Questo episodio dimostra ancora di più che l'impegno da prendere è grande, la strada è solo all'inizio ed è tutta in salita, ma è l'unica percorribile.

venerdì 7 ottobre 2011

Punti di vista

C'era un tempo, non troppo lontano, in cui se qualcuno mi proponeva di uscire la sera per un cinema, una cena, una chiacchiera, mi vestito e partivo. Anche alle undici di sera, anche stramorta di stanchezza perchè reduce da nottate di allattamento. E se non potevo proprio uscire, "rosicavo". Quando il nene grande era piccolino ho passato serate e serate a casa incarognita a pensare a cosa faceva nel frattempo la mia amica X o a quell'invito dell'amico Y.
Adesso quella me stessa mi sembra così lontana.
Anche ora se ci sono opportunità esco volentieri.
Ma se no... non me le cerco; e se non posso... va bene lo stesso.
Non ho più quella smania, quell'ansia di perdermi chissà che occasione.
Sto bene a casa, sto bene da sola, sto bene con la mia famiglia.
Sì, sicuramente ho conquistato una certa serenità, una tranquillità, una saggezza che prima non avevo e che mi evita di strafare a tutti i costi, una sana indifferenza per i divertimenti altrui.
A volte però la vedo diversamente, e riconosco che per me questo cambiamento ha anche altre spiegazioni, che hanno a che fare con la stanchezza di avere comunque giornate che cominciano (grazie al nenito) alle 6.30 di mattina, mille impegni quotidiani da incastrare, amiche a loro volta più casalinghe.... tanto che alla prospettiva di uscire la sera il pensiero spesso è: nun je la fò!
In fin dei conti, nonostante i motivi siano svariati in realtà sono riassumibili in una sola parola: si invecchia!
E allora sì, che ricomincio a rosicare!!!

giovedì 29 settembre 2011

Lacrime e bugie


Lasciare il nenito al nido è ogni mattina un'esperienza straziante.
Lui è bravo, gli spiego prima di uscire che stiamo andando a scuola, che ci sono i giochi, le maestre, che mamma va a fare la spesa, poi torna a prenderlo e intanto lui si diverte.
Il nenito è un bimbo sveglio, autonomo, ragionevole e molto consapevole.
Alle mie affermazioni, risponde "Chi (trad. = Sì)", ma intanto mi guarda perplesso.
Nella sua testolina di piccolo adulto penserà: "Ma questa non lo vede dove mi molla? Non si accorge di lasciarmi in mezzo a bambini mocciolosi, urlanti e inconsolabili, e che le maestre spesso non sanno che pesci prendere?".
Sì, nenito, lo so.
Mento, sapendo di mentire.
Perchè lo so che ogni maestra ha 7-8 bambini a cui badare, che ognuno di loro avrebbe bisogno di almeno 5 minuti di attenzione solo per lui, e forse così si consolerebbe, che il nido ha 5 unità di personale in meno dello scorso anno, e che le sostituzioni inviate sono "giornaliere", per cui i bimbi ogni giorno trovano persone diverse, a cui non riescono ad affezionarsi.
Le parole "crisi" e "tagli" sono ormai una litania, un alibi per distruggere qualsiasi cosa, anche ciò che fino a ieri funzionava perfettamente, e sulla pelle di chiunque, anche dei nostri figli.
Io ho inviato fax di protesta, mail di segnalazione, sono andata all'ufficio nidi del Comune, farò qualsiasi altra cosa occorre, e forse non sarà mai abbastanza o il massimo che potrei fare.
Ma poi mi chiedo anche: e le altre mamme? I papà? Sono tranquilli a lasciare i loro bimbi così? Qualcun altro avrà fatto come me? Perchè se tutti ci presentassimo inc...ti agli uffici competenti, forse la situazione non sarebbe questa.
Ma ormai fa tutto schifo, tutto è in via di degrado, ci si accontenta di scambiare due parole indignate fuori dal nido, scuotendo la testa, e poi via, di corsa ognuno ai propri impegni.
In realtà non facciamo altro che essere complici: il conto lo pagano fin da oggi i nostri bimbi, forse già cercano di dircelo piangendo così disperati.
E forse quando (e se) ce ne renderemo conto sarà troppo tardi per accorgerci che, mentre dall'alto ci toglievano pian piano tutto, noi eravamo troppo impegnati, o indifferenti, o rassegnati, per opporci.

martedì 20 settembre 2011

Ciao occhi dolci

Questo è un post triste.
E' un pensiero per una bimba dagli occhi dolci, che amava vestirsi da maschiaccio e sfrecciare in bicicletta, che è andata in vacanza al mare e non è tornata più.
Impossibile crederci, impossibile non pensarci, impossibile non fare mille riflessioni.
Su quante volte basta un attimo.
Su quanto è prezioso il tempo che si passa insieme, e che diamo spesso per scontato.
Su come, da genitori, si può sopravvivere dopo essere caduti in una voragine così profonda.
Perchè nel frattempo tutto il resto va avanti, ci si ritrova sempre in mezzo a mille cose da fare, il tempo continua la sua corsa e fa sembrare tutto assurdamente come prima. Mentre per una famiglia niente sarà mai più come prima.
Oggi, del tutto casualmente ho incontrato la mamma, una mia amica "del parco". Una ragazza allegra e estroversa, una come me, una che potrei essere io. Un abbraccio stretto stretto, un pianto senza freni, parole sospese e parole a fiume, un tutt'uno il dolore e la compassione, nel senso etimologico del termine.
Non sono ancora stata capace di raccontare al nene grande che la piccola occhi dolci al parco non verrà più. Glielo devo dire? Sarò capace di rispondere alle sue domande? Lo proteggo davvero facendo finta di niente? Avevo pensato di raccontargli una favola, come ne "La vita è bella", una bimba sirena che lascia la terra per tornare a vivere nel mare. Ma ha quasi sette anni. E crescere significa anche capire che la vita non è sempre una favola.
Ma come si fa a comunicare correttamente, se anche io non riesco ad accettarlo, che la morte è parte della vita, anche a cinque anni?

Bipolarismo

Sì, mi sono un po' eclissata dal blog.
E' che con la testa sono ancora nell'isoletta croata in cui abbiamo trovato il nostro piccolo paradiso, ma con il corpo sono già da due settimane alle prese con: tubi in cucina che perdono e muratori che sfasciano, nenito anemico, nene grande con paure notturne, contratto in scadenza, burocrazie varie, inizio scuola e nido che non inizia (non hanno ancora il personale: I NIDI PUBBLICI AL 20 SETTEMBRE SONO ANCORA SENZA IL PERSONALE!!! e noi paghiamo...).
Insomma, c'è un po' di schizofrenia. Arranco.
Ma piano piano, prometto, mi rimetto in carreggiata, o almeno ci provo.

venerdì 5 agosto 2011

Progressi linguistici

Ti parla avvicinando la sua faccia alla tua e guardandoti serio serio dritto negli occhi.
Ripete la stessa parola più o meno comprensibile per almeno una decina di volte, cantilenandola, finchè non dai segno di essere felicissimo di averla capita perfettamente.
Ha i suoi cavalli di battaglia, oggetti identificati a cui ha dato un nome, e ogni volta che vede una forma che possa essere vagamente ricondotta a una categoria, la chiama pronunciando soddisfatto la parola corrispondente. Tra queste, le parole pentola (=pentola), "càion" (=camion), "campana" (a cui segue sempre "ton ton"), "tote" (=coche), "tura" (=spazzatura / basura), "avion" (=aereo), "neto" (=telefono, telecomando).
Ci sono le fissazioni, prima tra tutte "ciende-apaga" (=se enciende y se apaga), ovvero qualsiasi luce lampeggiante, da un aereo in cielo, alla sirena della polizia, al cancello di un garage. Un'attrazione irresistibile, che richiede di essere ammirata per lunghi minuti.
Esprime le prime dichiarazioni di intenti: "coco-me" (=esta cosa la cojo yo), "metto-io" (=voglio salirci sopra, in genere riferito a moto-macchine-biciclette-trattori, anche se in movimento e guidati da altri), "ccénde" (=mi sono rotto, sto scendendo, pronunciato in genere mentre scivola come un'anguilla tra le braccia), "antora-mà!" (=ancora!, màs!), "basta!" (una delle prime parole imparate, comunica il punto finale e inamovibile di qualsiasi situazione: un pasto, una coccola, un gioco, la cacca).
E poi "uca" (=musica"): è affascinato da qualsiasi ritmo, suono, genere musicale, che ascolta serio e attento per i primi secondi, per poi lasciarsi andare a una danza sfrenata e sorprendentemente a ritmo. La parola "Uca!" viene perentoriamente pronunciata all'ingresso in macchina, dove deve essere subito accesa l'autoradio, canta a squarciagola e si arrabbia quando parlano sopra le canzoni. Ovviamente ha i suoi pezzi preferiti, che spaziano dal repertorio di Caparezza (come il fratello), a "Cumpleanos feliz", al "Lago dei cigni" di Tschaikovsky.
La cosa sorprendente è che mentre la parola e il relativo concetto di "no" sono chiari ed espressi già da molto tempo, la parola "sì" è del tutto assente dal repertorio del nenito. Per esprimere assenso, si limita ad annuire con decisione, fissando come sempre dritto negli occhi.
Infine, il nenito ha imparato a rispondere alla fondamentale domanda "come ti chiami?": ti guarda, abbassa gli occhi, pausa ad effetto, e superando una certa timidezza risponde fiero: "Doddi!".

giovedì 4 agosto 2011

AMOR

Esco dall'ufficio alle 17.30 e vado direttamente in centro. Ho appuntamento con alcune amiche alle 20.00 per un aperitivo e andare poi qui.

Ho più di due ore per girellare senza meta in un tardo pomeriggio d'agosto per i vicoletti di Trastevere, il Ghetto, Campo dei Fiori, circondata da poco rumore - anche i turisti sembrano parlare più piano -, dai colori ocra, rosso, arancio accesi dal tramonto, dalla sensazione del tempo dilatato e senza limiti che solo 2700 anni di storia possono dare.

Roma, in un tardo pomeriggio d'agosto da il meglio di sé.

Si lascia scoprire lentamente, respirare, mi sussurra nelle orecchie le voci della gente che nei secoli ha vissuto questi vicoli, mi stupisce e mi incanta con infiniti particolari, mi fa dimenticare tutto il resto, placida e tranquilla come lo scorrere del Tevere sotto i suoi ponti.

E mi fa ricordare il motivo, i tanti motivi, che mi hanno trattenuto qui per 38 anni, con sentimenti che, come in tutte le lunghe convivenze, hanno attraversato tutte le fasi: l'innamoramento, la scoperta, la sopportazione, l'incapacità di staccarsi, la voglia di scappare, la curiosità, la rabbia, la noia, il fascino, l'intolleranza, il senso di appartenenza, l'indifferenza, l'orgoglio, la bellezza.

Roma, in questi rari, preziosi momenti, è solo mia.

lunedì 18 luglio 2011

Bilingue o mischione?

"Ciao nene grande!!! Che stai facendo?"
"Sto guardando una pelicula che hanno descargado i nonni"
"E che ti stai mangiucchiando?"
"Delle cerezas e delle ciruelas"
"..."
"Mamma, ma come si dice in italiano cerezas?"

Questo è per ora il risultato della terapia d'urto ispano-hablante cui stiamo sottoponendo il nene grande: 2 settimane circondato solo dal castellano e, al limite, dal catalano.
Per ora, almeno nelle brevi conversazioni telefoniche quotidiane, mi pare prevalga un po' di confusione...

venerdì 15 luglio 2011

Sola

Passare 2 ore al duty free di Barcellona e riuscire a comprare solo una maglietta del Barça di David Villa, taglia 8 anni.
Lasciare un oggetto la mattina sopra un mobile e ritrovarlo la sera esattamente nello stesso posto.
Girare per una casa in preda alla sindrome del nido vuoto, immersa in un assordante silenzio.
Svegliarsi la mattina al suono di una sveglia e non di un perentorio "Leche!" "Cacca!" "Mamma!".
Rimanere smarrita nel non avere a casa nessuno che mi aspetti, e nessuno da aspettare.
Essere preoccupata per come Zap riesca a gestire la situazione, di come il nene grande possa annoiarsi, di come il nenito passi le giornate, di come ognuno di loro senta a suo modo la mia mancanza.
Uscire dall'ufficio senza dovermi catapultare a recuperare due nani in attesa.
Restare a dormire da un'amica, chiacchierare e confidarsi ciò che in un paio d'ore di uscita serale non avresti tempo per dirti.
Essere così abituata a dover pensare a qualcun altro, a dover incastrare i miei spazi in una complessa organizzazione familiare, da non essere quasi più in grado di pensare a me stessa.
Avere così tanto tempo da riempire da non sapere cosa fare.
9 giorni da sola Roma sono tanti senza i nani, ma ci sono tante parti di me che avevo scordato e che solo il vuoto cosmico lasciato da loro mi permette di ritrovare.
Avere tempo, anche per non fare niente, senza doverne rendere conto a nessuno, è davvero un lusso che normalmente non posso più concedermi.
Certo, è il sapere che questa condizione è a tempo limitato che la rende preziosa. Se la mia vita fosse tutta così, forse mi assalirebbe l'ansia.
Ma ogni tanto, solo ogni tanto, non è affatto male.

giovedì 30 giugno 2011

venerdì 17 giugno 2011

Pronti?

Chissà se c'è tutto...vestiti, lettino+materassino da viaggio, giochi da spiaggia, crema solare, monopattino, costumi, passeggino, frigo da campeggio con provviste per il viaggio, asciugamani, libri, scarpe da ginnastica, spazzolini, zaino da trekking porta-nenito (ma Zap je la farà???), antizanzara, piscinetta gonfiabile, ......
Che lontani i tempi di 2 paia di costumi, 2 magliette, tenda, sacco a pelo e via!!!!
E dire che la mia indole essenziale mi ha permesso di concentrare comunque tutto in 2 valige per 4 persone, ma che fatica pensare a tutto, moltiplicato per 4. Vabbè, facciamo 3 e mezzo, chè Zap alle sue mutande ci pensa da solo!
Da domani, per una settimana abbondante, la consueta pausa di giugno lontano dal mondo con i nostri compagni di viaggio preferiti, muniti stavolta di una piccola new entry, un micro nenito nuovo di zecca!!!
Quest'anno: Gargano!
Hasta luego!!!

lunedì 13 giugno 2011

Si!

Sono uscita dal lavoro con un sorriso ebete sul volto. Per passare dal tornello dell'ufficio ci ho messo dentro la tessera della metro e per attraversare quello della metro ho tirato fuori dalla borsa le chiavi della macchina. Chiudevo gli occhi e vedevo solo un numero: 57%. Guardavo la gente intorno a me ed assaporavo la strana sensazione di far parte, per una volta, non di una minoranza, in genere anche ristretta, ma di una maggioranza. Io e più della metà di quelli che mi circondano non solo la pensiamo allo stesso modo, ma ci siamo presi l'impegno di andarlo a scrivere su una scheda elettorale.
Un impegno che negli ultimi giorni ho visto dilagare capillarmente, contagiarsi anche ai più refrattari e insospettabili. Chi rimandava la partenza per le ferie. Chi portava a votare la nonna invalida. Chi si era attaccato locandine alla macchina. Chi volantina e attacchinava. Roma invasa da locandine, bandiere, striscioni nei posti più impensabili. Il web e la discussione da bar hanno preso il posto dell'assordante silenzio dell'informazione televisiva.

Ora non ci si deve adagiare, ci siamo allenati tanto a resistere, a far rete, a ripartire dalla base.

I frutti di questa vittoria sono preziosi, bisogna continuare a coltivarli con cura, e prolungarli il più possibile, come questa sensazione di euforia, come il sollievo che si prova quando si aprono gli occhi dopo un brutto sogno.

sabato 11 giugno 2011

E' ora di chiarire qualche concetto

"Mamma, perchè andiamo al gheipraid?"
"Perchè vogliamo che tutte le persone abbiamo uguali diritti, anche i gay"
"E chi sono i ghei?"

"Quando uno si innamora in genere si pensa che se è maschio, si innamori di una femmina, e se è femmina di un maschio, giusto?"

"Eh, beh?"

"Invece uno si può innamorare di chi vuole, se è maschio di un maschio e se è femmina di una femmina, e possono decidere di vivere insieme, come i nostri amici S. e M., e se vogliono dovrebbero potersi sposare. Questo però non possono farlo perchè c'è chi pensa che non sia giusto e decide per gli altri."

"...."

"Mamma, ma tu e papà non vi sposate perchè siete ghei?"

mercoledì 8 giugno 2011

Re carognone e l'acqua rubata

Ecco il meraviglioso corto completo del Re Carognone e l'acqua rubata.

Volete che la favola finisca davvero così?
E allora non dimenticate di scriverlo anche sulle schede dei referendum: SI', SI', SI' e ancora SI'!!!

lunedì 6 giugno 2011

I frutti 2

Il saggio di Piccolo Circo!!! Insieme ai vari saggi della Palestra popolare dove il nene grande impara ad essere acrobata e giocoliere...

mercoledì 1 giugno 2011

Frutti

Giugno: si tirano le somme, si vedono i risultati dell'impegno invernale, si raccolgono frutti.
Se si semina, prima o poi qualcosa si raccoglie.

I pomodori, le patate e le fragole sul balcone
Il saggio di ginnastica del nene grande

mercoledì 25 maggio 2011

I 4 SI'

Stamattina mi sono fatta il giro dei negozi della mia zona munita di locandine per pubblicizzare il referendum. Entravo e chiedevo con educazione e un sorriso se fossero interessati ad attaccare sulla loro vetrina le locandine. L'ho fatto perchè mi sento di dover fare qualcosa e di dover partire dal basso, ma a dire la verità ero piuttosto scettica: ritenevo difficile che un commerciante si volesse"compromettere", o quantomeno volesse"imbrattare" la propria vetrina.

Ebbene: ho finito le locandine a poco più di metà percorso!


Qualcuno se la è attaccata dentro anzichè fuori, altri mi hanno chiesto di lasciarla per poterlo chiedere poi al titolare, alcuni, come è ovvio, non l'hanno voluta.


Ma direi che l'80% dei negozi ha aderito volentieri. C'è pure chi mi ha ringraziato.


Ed ho passato anche una decina di minuti chiacchierando con 2 testimoni di Geova che cercavano di convincermi che solo Dio può salvare l'uomo, mentre io sono dell'idea che è meglio aiutarsi prima da soli, che poi, eventualmente, ti aiuta pure Dio...

mercoledì 18 maggio 2011

Cyrano

Ho appena finito di leggere al nene grande questo libro.
Lacrime e pianti. Difficile rendere per bambini un libro per adulti, e ancor di più un libro la cui fine coincide con quella del protagonista. Ma Benni è un grande.
E che protagonista!! Che libro!!!
Una bella storia è una bella storia, un eroe positivo lo è per grandi e per bambini.
Con la differenza che i bambini mentre ascoltano le belle gesta di Cyrano, "sono" loro stessi Cyrano. E forse il pianto e l'emozione di oggi insegneranno loro a battersi un domani.

Chi sono tutti quelli?
Ma siete mille e mille!
Ah, sì, vi riconosco, nemici miei in consessi, menzogna, codiardia, doppiezza, compromesso, lo so che alla fin fine voi mi darete il matto, che importa, io mi batto, io mi batto, io mi batto!

lunedì 16 maggio 2011

La bolla d'aria

Quando ho fatto l'esame di zoologia all'università, tra gli invertebrati che più mi piacevano c'erano i ditiscidi, dei coleotteri acquatici che passano molto tempo sott'acqua, e per farlo si portano attaccate all'addome delle bolle d'aria per respirare. Geniale. Ecco, ci sono momenti che nella mia vita hanno la stessa funzione delle bolle d'aria dei ditiscidi. Amo la mia vita, le persone che mi circondano, non mi lamento delle mie giornate e del mio lavoro. Ma ogni tanto ho bisogno di una bolla di ossigeno in cui riaprirmi i polmoni, per poi rituffarmi nella quotidianità. Quindi...con la preziosissima complicità di Zap, ho messo insieme gli ingredienti necessari: un'amica carissima, un amico speciale "emigrato" e un paio di biglietti aerei.
Ed ecco pronta la mia nuova bolla d'aria: 5 giorni a Burgos!
Chorizo, cecina e morcilla.
Tango, bolero e milonga.


La cattedrale, la Cartuja e l'Arlanzòn.

La ricerca sull'evoluzione umana, la moda anni ottanta e i bambini vestiti a festa stile franchismo.
Cicogne, germani e tartarughe.

El Patillas, chitarre e nacchere.

Il Pozo azul, Orbaneja del castillo e la chiesina di Valdelateja.
Claras, pinchos e tapas.

Chiacchiere, confessioni e risate.

Il passato, il presente e il futuro. Tutto davanti a noi, lì, per 5 giorni.

lunedì 9 maggio 2011

Abuela grillo

Tra un mese avremo la possibilità di votare per esprimere il nostro dissenso verso chi vuole consentire la privatizzazione di un bene indispensabile come l'acqua.

In questo meraviglioso corto animato di produzione danese-boliviana c'è tutta la magia dell'acqua, la poesia di chi crede in un mondo migliore, la crudeltà di chi pensa solo al proprio tornaconto e l'importanza che ha assunto questa battaglia per la difesa dei diritti di tutti i popoli.

Il 12 e 13 giugno diciamo SI' all'acqua bene comune, diciamo SI' alla democrazia!!!

mercoledì 27 aprile 2011

Letture in corso

Come già raccontato per andare al lavoro prendo la metro al capolinea, quindi mi siedo più o meno sempre, apro il libro del momento e non guardo più in faccia nessuno fino all'arrivo (che per fortuna riconosco essendo la prima fermata all'aperto del tragitto, mi quindi evito di proseguire fino al capolinea opposto immersa nella lettura).
In questo periodo attendo con insolito piacere i 20 e passa minuti dei miei tragitti sotterranei: il libro che sto leggendo è Adesso basta di Simone Perotti: come cita il sottotitolo, uno che ce l'ha fatta e ha cambiato vita. Il libro girava in casa da un po', ma ero scettica nel leggerlo: eccone un altro che ha scritto un libro senza inventarsi niente, mettendo in fila una serie di luoghi comuni. E per giunta era pure un supermanager, e grazie che c'è riuscito...
Ma il libro parte proprio da qui: tutti sanno certe cose, ma molti se ne dimenticano, alcuni le applicano in parte, la maggioranza passa la vita pensando di non poterla cambiare ma lamentandosene. Lamentarsi o non pensarci è più facile, non implica fatica, autocritica, scelte controcorrente o iniziali sacrifici.
Leggendo invece ho ritrovato descritte e ragionate situazioni, pensieri e opinioni che ho vissuto, che condivido, e che stimolano davvero ad intraprendere (o proseguire) scelte "diverse". Un brano letto stamani, pur non dicendo niente di nuovo di per sè, rispecchia in pieno quello che credo:
"A scuola si dovrebbe parlare soprattutto del concetto chiave della vita del singolo: la libertà. Quel difficile percorso che può portarci a vivere in un modo molto simile a come vogliamo, ma sconfiggendo i draghi sputafuoco dei condizionamenti, i limiti imposti dal sistema economico, le trappole commerciali, fiscali, edonistiche, e riappropriandoci in tempo utile della nostra esistenza.
....
Il vero rivoluzionario contemporaneo, quello che può seriamente far tremare l'establishment politico-economico, è oggi un consapevole, cocciuto, equilibrato individualista, che parte da sè, dal suo mondo, ci lavora sopra, fa di tutto per essere libero e consapevole come essere umano singolare. (Un individualista della volontà, sia chiaro, restando nel cuore un uomo sociale e in relazione). Non necessariamente compra ciò che gli si dice. Non necessariamente fa quel che dovrebbe. Usa gli strumenti come strumenti e non come fini. Costruisce una sua realtà, adatta a sè, efficiente, concreta.

Così facendo, il singolo diventa eversivo. Egli interrompe in qualche punto vitale le sinapsi del consumismo e dell'assenza di senso. Il suo comportamento individuale, cioè mosso dalla responsabilità e dalla dignità del singolo essere, dall'orgoglio di non vedersi soggiacere alla massificazione, eppure ha effetti enormi sul sistema, il suo esempio è emblematico e vale più di mille teorie sociali o programmi politici. Con conseguenze imprevedibili.
Dieci, cento, mille uomini così e il potere è spacciato."

venerdì 22 aprile 2011

Auguri vari

Auguro a tutti voi di passare delle giornate serene, rilassanti e divertenti, e soprattutto un augurio speciale per un buon ...

... Dia de Sant Jordi: in Catalogna il 23 aprile San Giorgio è festeggiato con la bellissima usanza tra innamorati di scambiarsi libri (lei a lui) e rose (lui a lei). Lo scorso anno eravamo a Barcellona, c'è un'atmosfera magica in tutta la città, davvero suggestiva. In ogni caso, il 23 aprile è anche la Giornata Mondiale del Libro, con iniziative di vario genere tra cui questa .

E poi, auguro anche una vera...

...Festa della Liberazione dell'Italia dall'occupazione nazifascista, il 25 aprile.

In questo anno di festeggiamenti, ormai già dimenticati, per i 150 di questo Paese, un pensiero grato a quelle italiane e quegli italiani che hanno dato la vita allora per garantire a noi la libertà e i diritti di cui godiamo oggi e che noi, oggi, abbiamo il dovere di difendere più che mai.

martedì 19 aprile 2011

Conigliette per un giorno

La mattina fatico a carburare? Piove, è grigio dentro e fuori? E' tutta una corsa: prepara la cartella, li colazioni, i vestiti, lava, riordina, ecc. ecc.? Mi sento un po' giù e con pochi stimoli?

Ho un segreto. Pillole? Pappa reale? Altre droghe?

No, semplicemente accendo la radio su Radio2: Il ruggito del coniglio!

Questa mattina io e la zialaura alle 8.15 eravamo (trafelate e un po' rinco per la verità) davanti ai cancelli della Rai di via Asiago: siamo entrate "in carne e ossa" nella trasmissione, che il martedì e il giovedì ha come pubblico una ventina di persone. Il mio regalo per il compleanno della zialaura.

Ebbene, la conferma: sono G-R-A-N-D-I-O-S-I!!!

E veri maestri di vita: va presa con un sorriso, sta tutto lì.

lunedì 18 aprile 2011

Week end



Sabato: abbiamo approfittato dei monumenti gratuiti in occasione della settimana della cultura per fare i turisti e ricordarci che abitiamo in una città piena di particolari da scoprire, scorci incantevoli, monumenti e bellezze a cui siamo così abituati da non "vederle" più.

Portare i bambini a conoscerle per la prima volta è un'occasione preziosa anche per una come me che vive in questa città da 38 anni e ancora scopro angoli inaspettati.

Siamo andati al Museo Nazionale degli strumenti musicali (che non sapevo neanche esistesse) e alle Terme di Caracalla, imponenti e affascinanti, in cui ci si immagina questi antichi romani che in alcuni aspetti forse se la passavano meglio dei moderni...

Domenica: amici, bambini, cani, pranzo vegetariano e senza vino (povero Zap!), cavalli, passeggiata nel bosco, agriturismo frikkettone, chiacchiere, compleanni e chitarra.

La felicità è fatta di piccole cose.

mercoledì 13 aprile 2011

Esperienze sotterranee

La mattina per raggiungere il mio posto di lavoro prendo la metro per 16 fermate (più la macchina, più un autobus in realtà). 16 fermate ad andare, 16 a tornare, per un totale di più di un'ora di vita al giorno sotto terra. Ma io sono una che cerca di vedere il lato buono delle cose: si ha parecchio tempo per leggere, per pensare, si risparmia benzina e spesso tempo, non si rischiano multe, non si produce CO2, si ha modo di conoscere una varia umanità e nei giorni peggiori (avete idea di cosa significa una metro ogni 12 minuti nelle ore di punta?) si condividono con gli altri esperienze trascendentali, tipo riuscire ad immedesimarsi nelle sensazioni provate dai deportati sui treni diretti ai campi di sterminio. ...................................................................................... Ma non è di questo che volevo parlare, tanto meno della vergognosa situazione del trasporto su ferro di una capitale del G8. Volevo raccontare del fatto che stamani sono salite nel mio vagone 2 classi in gita, più o meno della stessa età, 16-17 anni. I primi a salire sono stati studenti tedeschi: sono entrati tranquilli, si sono sistemati nei posti e ai corrimano disponibili, parlavano e scherzavano tra loro senza disturbare in alcun modo gli altri passeggeri. Tre fermate dopo sale la seconda scolaresca, questa volta italiani, direi di più: di roma o provincia. Sono entrati catapultandosi, sgomitando, spintonandosi tra loro e tra i passeggeri, urlando e bestemmiando, cosa che hanno continuato a fare finchè non sono scesi tutti, tedeschi e italiani alla fermata Colosseo. Ecco, io vorrei capire quale è la differenza, che deve andare al di là dei luoghi comuni sul tedesco compassato, l'italiano esuberante e il romano caciarone. La differenza nell'educazione, nei modelli, nelle regole, nell'idea di civiltà, di convivenza sociale e persino di trasgressione. Vorrei sapere quali sono le responsabilità delle famiglie, della scuola, del contesto, e vorrei poter fare di tutto perchè i miei figli, se questo è lo stereotipo, pur crescendo a Roma, non crescano "romani".

venerdì 8 aprile 2011

Semi che germogliano

Tempo fa il nene grande mi ha chiesto : "Ma chi è la mamma della Terra?"

Io non sono credente. O almeno non identifico il mio sentimento religioso con il Dio cristiano.


Però ho voluto leggere al nene grande questo bellissimo libro di Carlo Fruttero che riscrive con una filastrocca ironica e delicata quella parte del libro della Genesi che descrive la Creazione.


Che ci si creda o meno, resta comunque una storia magica, che pesca nel mistero delle origini dell'uomo e della natura.


Bene, non so se sia merito del testo, delle stupende illustrazioni-creazioni di Cristina Lastrego, o della somma delle letture quotidiane che facciamo, ma da allora è scattato qualcosa, e il nene grande scrive e illustra storie di cui queste sono un esempio.


Scusatemi, ma sono davvero orgogliosa del mio piccolo scrittore!

mercoledì 6 aprile 2011

Senza commento

Ci sono persone che annegano nella speranza di una vita e un futuro diverso. Molti di questi sono bambini. C'è una guerra alle porte, in cui siamo direttamente coinvolti. Ci sono in gioco temi importanti su cui ragionare, come la scelta del percorso nucleare e la privatizzazione dell'acqua. C'è una scuola pubblica sempre più a pezzi, giovani (e non più giovani) sempre più precari, tanta gente a casa in cassa integrazione. Eppure, non solo in questo quadro abbiamo un Parlamento esclusivamente devoto a scongiurare i vari processi del nostro primo ministro, un'opinione pubblica dirottata sul fare o non fare un campo di golf su un'isola semi-desertica e sulle trafficate notti di arcore, ma ci sono addirittura 5 individui che hanno pensato che la priorità del momento fosse presentare un ddl per abolire la parte di Costituzione in cui si vieta la ricostituzione del partito fascista. O forse, a pensarci bene, è proprio quello attuale il contesto migliore per arrivare anche a questo.

venerdì 1 aprile 2011

Come festeggiare degnamente un compleanno


Prendi una sorella e due amiche, per un totale di quattro sgallettate.

Prendi una giornata di primavera strepitosa, sole, 20°C, niente vento.

Dimentica impegni, bambini, cani, lavoro e appuntamenti.

Mescola il tutto e butta le sgallettate chiappe-a-mollo per una giornata alle terme di Viterbo.


Relax, risate, vaga sensazione di euforia dovuta alla fuga, leggera abbronzatura che cancella il pallore invernale...ed eccomi entrata nel modo migliore nei 38!!!

lunedì 28 marzo 2011

Se Maometto non va alla montagna...


...ovvero: come riuscire a svegliarsi più tardi delle 6.30 al suono di un "Bi-ti-bu-ba MAMMA!! Ba-pi-da-ti-pi PAPPA!!!"?

Semplice: con l'ora legale!

Finalmente sono 2 giorni che il nenito, gabbato dallo spostamento delle lancette, si sveglia puntuale come sempre, ma alle attuali 7.30!

E mentre stamani molti mostravano le occhiaie dovute all'ora in meno, io, fresca e riposata, me la ridevo sotto i baffi...

sabato 26 marzo 2011

Quesiti

Nene grande; "Mamma perchè tu non fai un mestiere?
Tipo la fornaia, la parrucchiera, la trucchiera?"

Questo è il problema di lavorare in un ufficio: tuo figlio non sa che "mestiere" fai.
E ti fa venire grosse crisi di identità.
Tra cui: perchè non faccio la trucchiera?

martedì 22 marzo 2011

Sì, Sì e ancora Sì!!!


Sabato prossimo 26 marzo alle 14 ci sarà a Roma la manifestazione per promuovere i referendum sull'acqua bene comune e contro il nucleare del 12 giugno 2011.
Noi ci saremo.
Nel mio piccolo stavolta ho intenzione davvero di impegnarmi per far sì che quanta più gente possibile vada ad esprimere la propria opinione su questi temi, oggi più importanti ed attuali che mai.
Il primo, piccolo passo l'ho compiuto lo scorso sabato, e spero di riperterlo in altre occasioni in contesti diversi: ho letto delle favole ai bambini.
Sì, proprio così.
Ho cercato titoli sul tema, passato ore in biblioteca, selezionato alcuni libri, provato e riprovato le letture (niente si improvvisa!) e mi sono rivolta alla generazione che più subirà le conseguenze di ciò che stiamo (o non stiamo) facendo adesso, e che spero avrà la forza di ribellarsi che alla mia generazione è mancata.
Ma per arrivare a questo bisogna essere educati a pensare, ad essere critici, curiosi, informati, a voler essere artefici del proprio destino. I libri sono il primo strumento che possiamo dar loro.
Davvero lo credo: leggere ai bambini è in qualche modo un atto politico.
E al di là di questo, è comunque un'esperienza meravigliosa, chiunque dovrebbe farlo almeno una volta nella vita perchè si riceve molto, molto più di quanto si da.
Se qualcuno volesse cimentarsi, dando all'evento anche lo scopo di far passare ai genitori il messaggio dell'importanza dell'acqua, o se volesse semplicemente leggere al proprio bimbo, magari cogliendo l'occasione dell'odierna Giornata Mondiale dell'acqua, questi sono i titoli che ho scelto per l'occasione:
  • Solo un sorso ranocchio (Globler Piet)
  • Buchi nell'acqua (Base Graeme)
  • Splish Splash Splosh! Un libro sull'acqua (Mick Manning, Brita Granstrom)
  • L'omino della pioggia (Gianni Rodari)
  • Il porcello nello stagno (Waddell Martin)
  • Re Carognone e l'acqua rubata (Silvia Forzani)
Di quest'ultimo, bellissimo libro c'è anche uno straordinario trailer: chi vi ricorda il Re Carognone?