venerdì 3 settembre 2010

Al parchetto

Adesso che le temperature e la densità di zanzare sono calate, si torna a passare i pomeriggi al parchetto. Sulla fauna del parchetto si potrebbero impostare interessanti studi socio-antropologici. In particolar modo sulle mamme. Certo, ce ne sono tante simpatiche, semplici, equilibrate, interessanti, con cui è davvero piacevole scambiare due chiacchiere.
Ma ce ne sono anche altre.
Quelle che vengono al parchetto con tacco 12 e minigonna.
Quelle che riprendono il loro pargolo sullo scivolo con il telefonino.
Quelle che hanno ricreato al parchetto la comitiva del muretto delle medie.
Quelle che fanno la fila alle altelene con il pupo in braccio, e passano avanti.
Quelle che non fanno altro che strillare il nome del proprio bimbo e comandarlo come un cagnolino.
Quelle che chiacchierano chiacchierano chiacchierano, e nel frattempo il figlio può pestare di botte un altro, allontanarsi di un km, o schiantarsi dall'altalena senza che se ne accorgano.
Quelle che accompagnano il figlio di 4 anni a fare il mercatino dei giocattoli e gli suggeriscono i prezzi (un Topolino vecchio a 1.5€ ???).
Quelle che "Mio figlio ha fatto, mio figlio ha detto, mio figlio mio figlio mio figlio..." (ma 'sto figlio non ce l'ha un nome?).
In un pomeriggio al parchetto mi sono ritrovata più volte ad augurarmi che la prossima generazione riesca ad essere migliore della mia, nonostante alcune mamme.

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