giovedì 29 settembre 2011

Lacrime e bugie


Lasciare il nenito al nido è ogni mattina un'esperienza straziante.
Lui è bravo, gli spiego prima di uscire che stiamo andando a scuola, che ci sono i giochi, le maestre, che mamma va a fare la spesa, poi torna a prenderlo e intanto lui si diverte.
Il nenito è un bimbo sveglio, autonomo, ragionevole e molto consapevole.
Alle mie affermazioni, risponde "Chi (trad. = Sì)", ma intanto mi guarda perplesso.
Nella sua testolina di piccolo adulto penserà: "Ma questa non lo vede dove mi molla? Non si accorge di lasciarmi in mezzo a bambini mocciolosi, urlanti e inconsolabili, e che le maestre spesso non sanno che pesci prendere?".
Sì, nenito, lo so.
Mento, sapendo di mentire.
Perchè lo so che ogni maestra ha 7-8 bambini a cui badare, che ognuno di loro avrebbe bisogno di almeno 5 minuti di attenzione solo per lui, e forse così si consolerebbe, che il nido ha 5 unità di personale in meno dello scorso anno, e che le sostituzioni inviate sono "giornaliere", per cui i bimbi ogni giorno trovano persone diverse, a cui non riescono ad affezionarsi.
Le parole "crisi" e "tagli" sono ormai una litania, un alibi per distruggere qualsiasi cosa, anche ciò che fino a ieri funzionava perfettamente, e sulla pelle di chiunque, anche dei nostri figli.
Io ho inviato fax di protesta, mail di segnalazione, sono andata all'ufficio nidi del Comune, farò qualsiasi altra cosa occorre, e forse non sarà mai abbastanza o il massimo che potrei fare.
Ma poi mi chiedo anche: e le altre mamme? I papà? Sono tranquilli a lasciare i loro bimbi così? Qualcun altro avrà fatto come me? Perchè se tutti ci presentassimo inc...ti agli uffici competenti, forse la situazione non sarebbe questa.
Ma ormai fa tutto schifo, tutto è in via di degrado, ci si accontenta di scambiare due parole indignate fuori dal nido, scuotendo la testa, e poi via, di corsa ognuno ai propri impegni.
In realtà non facciamo altro che essere complici: il conto lo pagano fin da oggi i nostri bimbi, forse già cercano di dircelo piangendo così disperati.
E forse quando (e se) ce ne renderemo conto sarà troppo tardi per accorgerci che, mentre dall'alto ci toglievano pian piano tutto, noi eravamo troppo impegnati, o indifferenti, o rassegnati, per opporci.

martedì 20 settembre 2011

Ciao occhi dolci

Questo è un post triste.
E' un pensiero per una bimba dagli occhi dolci, che amava vestirsi da maschiaccio e sfrecciare in bicicletta, che è andata in vacanza al mare e non è tornata più.
Impossibile crederci, impossibile non pensarci, impossibile non fare mille riflessioni.
Su quante volte basta un attimo.
Su quanto è prezioso il tempo che si passa insieme, e che diamo spesso per scontato.
Su come, da genitori, si può sopravvivere dopo essere caduti in una voragine così profonda.
Perchè nel frattempo tutto il resto va avanti, ci si ritrova sempre in mezzo a mille cose da fare, il tempo continua la sua corsa e fa sembrare tutto assurdamente come prima. Mentre per una famiglia niente sarà mai più come prima.
Oggi, del tutto casualmente ho incontrato la mamma, una mia amica "del parco". Una ragazza allegra e estroversa, una come me, una che potrei essere io. Un abbraccio stretto stretto, un pianto senza freni, parole sospese e parole a fiume, un tutt'uno il dolore e la compassione, nel senso etimologico del termine.
Non sono ancora stata capace di raccontare al nene grande che la piccola occhi dolci al parco non verrà più. Glielo devo dire? Sarò capace di rispondere alle sue domande? Lo proteggo davvero facendo finta di niente? Avevo pensato di raccontargli una favola, come ne "La vita è bella", una bimba sirena che lascia la terra per tornare a vivere nel mare. Ma ha quasi sette anni. E crescere significa anche capire che la vita non è sempre una favola.
Ma come si fa a comunicare correttamente, se anche io non riesco ad accettarlo, che la morte è parte della vita, anche a cinque anni?

Bipolarismo

Sì, mi sono un po' eclissata dal blog.
E' che con la testa sono ancora nell'isoletta croata in cui abbiamo trovato il nostro piccolo paradiso, ma con il corpo sono già da due settimane alle prese con: tubi in cucina che perdono e muratori che sfasciano, nenito anemico, nene grande con paure notturne, contratto in scadenza, burocrazie varie, inizio scuola e nido che non inizia (non hanno ancora il personale: I NIDI PUBBLICI AL 20 SETTEMBRE SONO ANCORA SENZA IL PERSONALE!!! e noi paghiamo...).
Insomma, c'è un po' di schizofrenia. Arranco.
Ma piano piano, prometto, mi rimetto in carreggiata, o almeno ci provo.