mercoledì 1 settembre 2010

A che punto siamo

Il caldo ha allentato la sua tenaglia, i nonni spagnoli sono ripartiti, agosto se ne è andato e noi ci ritroviamo con i soliti buoni propositi settembrini (farò, comincerò, andrò, mi impegnerò), con molte parole in più pronunciate in castellano, e con uno stipendio in meno (indovinate quale?).
Ci sono piccole prospettive in lontananza, ma è bene non parlarne.
Nel frattempo denti sono spuntati (3-1 per il nenito) e caduti (2-0 per il nene grande, un gran lavoro per el ratoncito Perez!!).
Il nene grande è alle soglie del primo vero appuntamento da grande: il-primo-giorno-di scuola.
Per ora deve aver subodorato la "sòla" (in romano: fregatura), e ostenta una fredda indifferenza nei confronti di tutti coloro che glielo ricordano.
Il nenito ancora non è riuscito a darsi la spinta definitiva per iniziare a gattonare, ma striscia, rotola, fa capovolte ed è un muscolo in perenne movimento. E' dotato del notevole appetito, trasmessogli dai geni paterni, dell'insofferenza verso il sonno e la noia che caratterizza la madre, e si dedica con passione a lunghe prediche rivolte ad un pubblico immaginario a base di da-da-da, na-na-na, pa-pa-pa...
Ma come si fa a dire: "mi ricordo la sua prima parola?". Se gli si dice papà, lui ripete pa-pa. Ma magari guardando uno scarafaggio o un filo d'erba, e non suo padre. Non vale ancora come prima parola vero? Zap sta barando!

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