giovedì 4 agosto 2011

AMOR

Esco dall'ufficio alle 17.30 e vado direttamente in centro. Ho appuntamento con alcune amiche alle 20.00 per un aperitivo e andare poi qui.

Ho più di due ore per girellare senza meta in un tardo pomeriggio d'agosto per i vicoletti di Trastevere, il Ghetto, Campo dei Fiori, circondata da poco rumore - anche i turisti sembrano parlare più piano -, dai colori ocra, rosso, arancio accesi dal tramonto, dalla sensazione del tempo dilatato e senza limiti che solo 2700 anni di storia possono dare.

Roma, in un tardo pomeriggio d'agosto da il meglio di sé.

Si lascia scoprire lentamente, respirare, mi sussurra nelle orecchie le voci della gente che nei secoli ha vissuto questi vicoli, mi stupisce e mi incanta con infiniti particolari, mi fa dimenticare tutto il resto, placida e tranquilla come lo scorrere del Tevere sotto i suoi ponti.

E mi fa ricordare il motivo, i tanti motivi, che mi hanno trattenuto qui per 38 anni, con sentimenti che, come in tutte le lunghe convivenze, hanno attraversato tutte le fasi: l'innamoramento, la scoperta, la sopportazione, l'incapacità di staccarsi, la voglia di scappare, la curiosità, la rabbia, la noia, il fascino, l'intolleranza, il senso di appartenenza, l'indifferenza, l'orgoglio, la bellezza.

Roma, in questi rari, preziosi momenti, è solo mia.

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