mercoledì 3 marzo 2010

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E' incredibile quanto i due momenti più distanti della vita si assomiglino. Non ci si può muovere, qualcun altro deve provvedere in tutto a te, ti lavano, ti cambiano, ti nutrono, si sollevano le braccia per essere presi in collo nello stesso modo, si chiama la mamma...
Chissà se anche la coscienza della propria condizione è la stessa, se un neonato sente la gioia dell'affacciarsi alla vita, e delle persone attorno a lui, e chissà se un morente sa che quelli sono gli sgoccioli del proprio passaggio in questo mondo e si rende conto dell'angoscia di chi gli vuol bene.
Nonno, lasciati andare.
Vorrei metterti un casco, guardare per l'ultima volta i tuoi occhi nocciola, il tuo sorriso ironico, vorrei vederti salire su un razzo spaziale e partire per un posto lontano, molto lontano da qui, dove non sentirai più dolore, dove sarai leggero e sereno, e potrai guardare dall'alto i tuoi nipotini crescere. Ti prego nonno, lasciati andare ...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Una sola, semplicissima,parola:commovente!
Ho provato anche io, tanto tempo fa. la stessa sensazione con la mia adorata nonnina!
Ti abbraccio.
Sabrina

ele ha detto...

grazie sabrina. E' brutto veder soffrire chiunque, ma vedendo mio nonno così, un grande vecchio fatto della stessa sostanza delle montagne su cui è nato, soffre la parte più antica della mia anima, l'essenza stessa delle mie radici...
ti abbraccio anche io!
ele