sabato 6 marzo 2010

Un anno insieme


Quando eri nella mia pancia ho passato interminabili ore notturne ad occhi sbarrati pensando che con le botte che mi davi saresti uscito molto prima del tempo previsto. Ho lottato con i fastidi, le nausee, la debolezza e le paure più grandi della mia vita. Non riuscivo a parlarti come avrei voluto, non ti cantavo, non ti sognavo. Ti sentivo distante e invadente.
Ora tutto questo è lontanissimo, sono già passati 4 mesi da quando sei venuto a conoscerci, e un anno preciso da quando le tue prime due microscopiche cellule hanno iniziato a moltiplicarsi nella mia pancia.
Ora sei grande, sei lungo, sei pesante, sei forte, hai superato tutti i miei pronostici pessimistici, tutte le statistiche e le tabelle di crescita.
Ora ti osservo, a volte come una ragazzina guarda il suo primo amore, a volte come un entomologo studia il suo insetto, a volte come un bambino assiste al film del suo supereroe preferito.
Adoro la peluria che ti sta crescendo sulla testa, il tuo modo di ciucciare, con gli occhioni spalancati, le tue ditina arricciate attorno al mio dito, le tue guancie pesanti che calamitano baci, quelle pieghe infinite tra mento e collo dove la luce non riesce ad arrivare.
Tu ci osservi attento e silenzioso, non ti perdi un gesto, una parola, placido e concentrato sui tuoi piccoli enormi progressi quotidiani come ciucciarti le dita, guardare le tue mani che iniziano ad afferrare, ascoltare il tuo vocione da maschio che inizia a farsi sentire.
E ogni tanto, con l'attenzione e la parsimonia che si riserva alle cose preziose, ci regali un sorriso sdentato che illumina il mondo.
Grazie per aver aver scelto la nostra famiglia, buon complemese piccolo grande Piccipù.

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