martedì 18 ottobre 2011

Sveglia ragazzi!

Mentre stavamo praticamente scappando dalla manifestazione, in macchina siamo rimasti per qualche minuto bloccati prima di poter attraversare il flusso di un gruppo di manifestanti che aveva deviato su una strada diversa dall'itinerario originale.
Non so se poterli esattamente definire blackbloc, ma erano praticamente tutti vestiti di nero, con caschi in testa, bastoni e spranghe in mano, maschere e sciarpe in faccia. L'abbigliamento che appunto mi chiedevo nel post precedente, come possa passare inosservato davanti alla polizia. Guardandoli da dentro la macchina pur vedendoli conciati così, così numerosi, la mia reazione non è stata di timore, malgrado avessimo i bimbi con noi. Anzi, continuavo a rassicurare il nene grande spaventato raccontandogli che era gente mascherata che andava a festeggiare.
In realtà ero incazzata nera.
Sarei uscita fuori e avrei iniziato a urlare.
Principalmente per un motivo, che è stato confermato dai vari video e foto che sono circolate nei giorni successivi: molti di loro erano pischelli.
Li avrei presi per la collottola, appiccicati al muro e avrei gridato loro: che li capivo, che è ovvia, giusta, sacrosanta la loro rabbia, che li hanno fatti diventare così, che è proprio questo che chi ci governa si aspetta da loro.
La rabbia ha senso solo se la si riesce a trasformare in nuove idee, in arte, in parole, in azioni concrete, in voglia di confrontarsi, di creare insieme, di fare vera politica.
Cosa rimane dopo aver distrutto la vetrina di una banca, bruciato auto di persone come loro, divelto sanpietrini? Di cosa si è fieri? Gli unici risultati sono a breve termine l'aver impedito a tutti gli altri di manifestare, a medio termine le polemiche e le strumentalizzazioni, a lungo termine i danni da pagare, ovviamente a carico di tutti noi.
Ragazzi, come fate a non capire?
In un mondo così sfasciato, fare la rivoluzione non è distruggere, è costruire.

4 commenti:

Sybille ha detto...

Stupenda l'ultima frase (e bello e vero tutto il post)!

Francesca ha detto...

Il tuo modo di raccontare il mondo in parole scritte è davvero speciale ele, acuto e sensibile.
Ha ragione sybille: l'ultima frase è un capolavoro che sintetizza il pensiero e le intenzioni di molti. La rabbia (in questo momento in questo paese) è un'emozione diffusa e comprensibile, ma solo quella che accende i neuroni e genera idee e progetti è vincente. ciao, francesca (ricci)

ele ha detto...

@ Sibylle: grazie!
@ Frà: sì, é proprio questo il senso del post. Che bello che mi leggi e che ti piace! Un abbraccio grande, ele

Francesca ha detto...

ti leggo sempre sempre! e ho consigliato il tuo blog a un po' di amiche mamme. continua così...
un abbraccio a te e a tutta la super family!