domenica 13 febbraio 2011

Libertà è partecipazione

Questo è un periodo strano. A volte ho l'impressione che, mentre tutto intorno regna l'indecenza e lo squallore (ovviamente mi riferisco a quanto riportato dalla solita stampa di parte), la mia vita resti come un'isoletta, non dico felice, ma serena, dove si costruisce, si progetta, si cresce.
La frustrazione sta nel non sapere come trasferire tutto questo, appunto, all'esterno.

Eppure, eppure...

Ho la sensazione che quei tanti che come me si sono rifugiati nel proprio orticello per non deprimersi guardando fuori, sotto sotto si stiano preparando, stiano raccogliendo le forze. Oggi ne ho visti tanti. Bei visi, occhi sorridenti, voglia di ritrovarsi e riscoprire di non essere soli.
La prima manifestazione a cui ho partecipato senza una bandiera, senza un simbolo, senza un elicottero che girava ansiosamente sulle nostre teste per poi poter in genere dire di aver visto neanche la metà dei reali partecipanti. Oggi non ce ne è stato bisogno: c'era tanta, tantissima gente, famiglie intere, comitive di amici e singole persone di ogni età che hanno sentito la necessità di uscire di casa, prendere i mezzi o camminare un bel pezzo fino a raggiungere il cuore della città per poter fare un minuto di silenzio e gridare con tutto il cuore che non ne può più. Prove tecniche di organizzazione, di impegno, di rete che non viene dai partiti, dai sindacati, da schieramenti di qualche tipo, ma dalla società civile onesta e perbene, che non so quando, nè come, ma prima o poi troverà un modo per uscire allo scoperto, per risalire dal fondo in cui siamo precipitati, per trasferire la voglia di migliorare la propria vita anche a quella degli altri, per ridare il vero, bellissimo significato alle parole "politica" e "libertà".

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