Da questo anno il Comune ha introdotto fasce differenziate di pagamento in base al reddito.
Ora, io sono nella teoria totalmente d'accordo con il concetto di redditometro. Come per le tasse: chi ha di più, paga di più. Facile, semplice, giusto.
Il punto è che viviamo in un Paese dove i concetti di facilità, semplicità, e soprattutto giustizia hanno confini poco definiti. A parte la macchinosità dell'operazione (ma che ci vuole a fare autodichiarazioni on line?), che diviene tutt'altro che facile e semplice, è l'aspetto relativo alla giustizia quello che lascia più a desiderare.
Perchè la quota che dovremo pagare noi (un dipendente+una precaria-attualmente-non-occupata), sarà di certo più alta di quella che dovrà pagare un evasore.
La parola "evasore" richiama sempre alla mente i famosi nullatenenti possessori di ville, barche, suv e quant'altro di cui spesso si legge sulle cronache e che suscitano giuste reazioni di sdegno.
Ma è necessario ricordarsi che evasore può essere il nostro parrucchiere (che meglio di lui i capelli non ce li fa nessuno, e poi è tanto simpatico!!), il nostro ginecologo o dentista (come fai a chiedere fattura a un medico: e se poi mi cura male?), il gelataio sotto casa di cui ormai siamo amici (e che fai, ti attacchi a chiedere uno scontrino per 2 euro?).
La verità è che siamo vittime e spettatori di un sistema talmente incancrenito che ormai chi ruba lo fa anche perchè tanto lo fanno tutti gli altri e chi non ruba se potesse lo farebbe pure lui. Dove chiedere il rispetto delle regole diventa scortesia, pedanteria, scocciatura.
Ebbene, io sto diventando sempre più scortese, pedante, e scocciata: ma lo scontrino e fattura li chiedo sempre. Ciò che non pagano loro, lo pago io intermini di più tasse e soprattutto meno servizi. Essere derubata ovviamente non mi va, ma essere complice di tutto ciò, ancora meno.
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